I cattolici pregano al centro islamico. "Reggio sarà esempio al mondo"

Delegazione della diocesi in via Monari. L’imam: "Dio porti la pace"

Reggio: il traduttore, Gallo e Tasselli della diocesi e l’imam Yousif (Artioli)

Reggio: il traduttore, Gallo e Tasselli della diocesi e l’imam Yousif (Artioli)

Reggio Emilia, 6 agosto 2016 -  Dialogo. Pace. Conoscenza reciproca. Sono queste le parole risuonate più spesso ieri in via Monari, in uno dei tre centri islamici presenti a Reggio (gli altri si trovano in via Piccard e in via Adua). Sono le 12.40 quando inizia la preghiera del venerdì (la Jumu’a) con circa 100-150 fedeli presenti (solitamente il centro ne accoglie fino a mille), tutti concentrati nell’ascolto del testo del Corano. La sura del giorno, «Le stanze intime», è commentata dall’imam egiziano Yousif Elsamahy. Ma c’è qualcosa di diverso nella spaziosa stanza al piano terra (le donne, rigorosamente separate dagli uomini, pregano al primo piano).

Sono presenti due rappresentanti della diocesi, Fabio Tasselli e Tommaso Gallo, che fanno parte della commissione per i rapporti con i musulmani, che hanno ricambiato (su invito dell’imam) la preghiera comune di domenica scorsa. Quando i fedeli islamici hanno espresso solidarietà in chiesa ai cattolici, dopo l’uccisione brutale in Francia, da parte dei terroristi dell’Isis, di padre Jacques Hamel. La delegazione della Curia ha preso la parola prima dell’inizio della preghiera, lasciando poi spazio al sermone dell’imam.

«Occasioni come quella di oggi devono ripetersi dieci, cento, mille volte ancora - esclama l’imam Yousif dal pulpito -, Reggio potrà essere un esempio per il mondo intero, nel dialogo tra cristiani e musulmani. Anche nella tradizione islamica crediamo nel dialogo e nella conoscenza reciproca, nessun uomo è un’isola (citando la celebre poesia del teologo inglese John Donne, ndr). Prego per la sicurezza e per la prosperità dell’Italia e di tutte le nazioni. Come ci insegna il Corano, la comunità musulmana non è chiusa, ma proiettata verso gli uomini. Condanno pienamente l’uccisione di padre Jacques, atto terroristico non giustificabile in alcun modo. Assassinare un prete, una persona, è come ammazzare l’umanità. Faccio mie le parole di Papa Francesco, uomo molto saggio: le cause dei mali del pianeta non sono le religioni, ma gli interessi economici, politici e di potere».