Furto sacrilego, rubata statua al cimitero

Madonnina dorata sparisce da San Girolamo di Guastalla. Due fermati e già liberi

Il cimitero di San Girolamo di Guastalla

Il cimitero di San Girolamo di Guastalla

Reggio Emilia, 21 maggio 2015 - Sono stati fermati dai carabinieri, alla periferia di Novellara. Erano a bordo di una vettura risultata rubata dal cortile di un’azienda di demolizioni, montante delle targhe che erano assegnate a un’altra autovettura. E sul veicolo oggetti utili anche per lo scasso, taniche con carburante e… una statua dorata della Madonna, dell’altezza di circa novanta centimetri. Un tipo di trasporto che non ha affatto convinto i militari dell’Arma, a quell’ora della notte. E così in caserma, per accertamenti, sono stati portati Andrea Lambruschi, 28 anni, e Francesco Russo, 23 anni, entrambi residenti a Novellara. Durante gli accertamenti, il 28enne avrebbe ammesso di essere stato lui l’unico autore del furto della statua della Madonna, prelevata da una tomba del cimitero di San Girolamo di Guastalla.

In effetti, i carabinieri hanno poi verificato un’intrusione attraverso il muro di cinta, usando un cassonetto delle immondizie come scala. Il furto sarebbe avvenuto nel pomeriggio (come afferma il giovane) oppure durante la notte (come invece ipotizzano i carabinieri).

Un colpo probabilmente dettato dalla volontà di recuperare una statua da poter piazzare al mercato nero del metallo, che sembra essere piuttosto fiorente, in particolare per il rame e l’acciaio. Va detto che la statua, semplicemente dorata, non risulta avere un valore economico elevato. Resta comunque la gravità del furto, avvenuto in luogo che dovrebbe meritare il massimo rispetto, come appunto un cimitero. Ieri mattina, in tribunale a Reggio, i due giovani fermati sono comparsi davanti al giudice Cristina Beretti, la quale ha convalidato l’arresto per entrambi. L’avvocato difensore Vera Sala ha chiesto tempo per poter studiare il caso. Il giudice ha accolto la richiesta, fissando il processo per fine giugno. Nel frattempo Lambruschi e Russo sono stati scarcerati, ma con l’obbligo di firma periodica in caserma fino a giorno dell’udienza in tribunale. Antonio Lecci