Lettera di minacce contro l’assessore Natalia Maramotti

Missiva inquietante: "Spero che i botti si ritorcano sulla tua famiglia. Sia fatta giustizia"

L’assessore comunale alla sicurezza, commercio e centro storico di Reggio Emilia Natalia Maramotti

L’assessore comunale alla sicurezza, commercio e centro storico di Reggio Emilia Natalia Maramotti

Reggio Emilia, 29 dicembre 2015 - «Spero che i botti si ritorcano sulla tua famiglia. Sia fatta giustizia». Una lettera anonima, pesantissima, con insulti e minacce esplicite, è stata recapitata ieri mattina nell’ufficio dell’assessore comunale alla sicurezza, commercio e centro storico, Natalia Maramotti. Busta bianca, completamente scritta a computer, con un francobollo che porta il timbro di Bologna. L’indirizzo era quello ufficiale; unica destinataria l’avvocato che da anni siede tra le fila della giunta.

Il riferimento è chiaro: la vicenda ‘botti di Capodanno’, contro i quali – dopo le polemiche e le richieste sollevate anche in sala del Tricolore da alcuni consiglieri comunali – l’amministrazione reggiana ha scelto di non emettere un’ordinanza restrittiva per la notte del 31 dicembre.

«Impossibile controllare tutti, sarebbe solo un’operazione demagogica che non porterebbe alcun risultato», hanno spiegato a più riprese dal Municipio, nei giorni scorsi. Ma il comunicato ufficiale che motivava la scelta, diramato poco prima di Natale, era firmato da Natalia Maramotti.

Nella missiva, arrivata in busta chiusa, si fa riferimento proprio a quella vicenda. Dopo insulti vari e personali, tra le righe, si arriva alle intimidazioni vere e proprie: «Spero che i botti si ritorcano sulla tua famiglia. Sia fatta giustizia». Questo, in sintesi, il contenuto del foglio bianco A4, stampato da un pc. Nessuna firma, nessuna rivendicazione. Tutto anonimo.

La busta è stata spedita qualche giorno fa, ma è arrivata ieri in Municipio. Della vicenda sono state informate le forze di polizia e, dopo la denuncia, le indagini dovrebbero passare nelle mani degli uomini della Digos. A metà dicembre un’altra lettera era arrivata in città. Questa volta alla redazione del Carlino Reggio, in via Crispi.

Un foglio bianco ritagliato e piegato in due, stampato a computer con un carattere che ricorda le vecchie macchine da scrivere; in calce portava la firma Alf-Animal Liberation Front. «La notte del 10 dicembre centinaia di lepri sono saltate giù dalle loro gabbie nell’allevamento Casa Boschi, nel comune di Canossa». Iniziava così la lettera di rivendicazione del blitz animalista in cui erano stati liberati circa mille esemplari.

Missiva attorno alla quale, dopo il sequestro da parte dei carabinieri, è stato aperto un fascicolo d’inchiesta da parte del sostituto procuratore Stefania Pigozzi. Il reato ipotizzato dagli inquirenti è quello di danneggiamento aggravato, per il momento nei confronti di ignoti. Ora gli inquirenti dovranno indagare anche su questo, inquietante, episodio. Ancora più grave, perché questa volta sono state messe nero su bianco minacce dirette nei confronti dell’assessore Natalia Maramotti e dei membri della sua famiglia.