"Imperdibile" Piero Della Francesca: un evento unico in 500 anni

Presentata a Roma l’esposizione che aprirà le porte il 14 marzo FOTO

Santi di Tito, attribuito ritratto di Piero della Francesca, fine XVI-inizio XVII sec

Santi di Tito, attribuito ritratto di Piero della Francesca, fine XVI-inizio XVII sec

Roma, 18 febbraio 2015 - Un evento "imperdibile, di rilevanza internazionale". Avverrà infatti quello che mai, nella storia degli ultimi 500 anni, è avvenuto: riunire l’intero corpus grafico e teorico del genio rinascimentale di Sansepolcro. Undici codici sparsi in mezzo mondo, ora tutti assieme. E verrà fatto nella mostra Piero Della Francesca. Il disegno tra arte e scienza, che aprirà dal 14 marzo al 14 giugno a Palazzo Magnani, curata da Filippo Camerota, Francesco Paolo Di Teodoro e Luigi Grasselli e presentata ieri a Roma dal ministro Dario Franceschini. Una presentazione in grande stile, al dicastero dei Beni culturali di via del Collegio Romano.

Centodieci opere (FOTO) che vedranno accanto alle opere del Maestro di Sansepolcro (sarà esposto il suo magnifico affresco staccato del San Ludovico da Tolosa del Museo di Sansepolcro) i grandi protagonisti del XV e XVI secolo quali Michelangelo, Lorenzo Ghiberti, Domenico Ghirlandaio, Albrecht Dürer.

Un viaggio che si innesta tra gli eventi di Expo2015, commentato nell’audioguida da Piergiorgio Odifreddi, che consentirà di comprendere il linguaggio espressivo di Piero della Francesca, gettando nuova luce su un artista che ha tramutato la scienza in arte e che ha saputo influenzare, a distanza di tempo, le Avanguardie del primo Novecento e la pittura Metafisica.

È un appuntamento storico, «fondamentale per comprendere lo stretto rapporto bidirezionale che lega arte e scienza», spiegava ieri il curatore Grasselli. Sono stati gli stessi artisti, infatti, a riprendere e rilanciare lo studio della geometria greca nel 1400.

Negli undici codici – sette esemplari, tra latini e volgari, del De Prospectiva Pingendi (conservati a Reggio Emilia, Bordeaux, Londra, Milano, Parigi e Parma), i due dell’Abaco (Firenze), il Libellus de quinque corporibus regularibus (Città del Vaticano) e Archimede (Firenze) – Sarà così svelata la doppia veste del maestro rivoluzionario, il grande pittore e il matematico puro.

Ed è proprio intorno al De Prospectiva Pingendi, custodito nella biblioteca civica Panizzi di Reggio («si trova a Reggio dal 1817 e dal 1921 è stato acquistato dal Comune di Reggio tramite gli eredi della famiglia Venturi»), che ruota tutto l’allestimento. Come spiega Iris Giglioli, presidente della Fondazione Magnani: «Una delle priorità della nostra sede espositiva è la valorizzazione del patrimonio custodito nei musei e nelle istituzioni». Un tema fortemente rilanciato dal ministro Franceschini («è il patrimonio permanente la vera ricchezza dell’Italia»).

E proprio nel corpus dei codici, infatti, sono contenuti gli unici disegni noti dell’artista. «Piero non disegnava se non per documentare le sue speculazioni matematiche e geometriche», ha sottolineato Di Teodoro. Soltanto nei suoi scritti, dunque, si riesce a percepire il genio della sua arte che creò e consolidò la rivoluzione prospettica del XV secolo. Il tutto è accompagnato da fedelissime e scientifiche riproduzioni tridimensionali dei suoi disegni, suggestive installazioni multimediali che saranno parte integrante del percorso di mostra. Infine alcune app di navigazione in realtà aumentata permetteranno di comprendere meglio la celebre Città ideale di Urbino, uno dei capolavori della prospettiva rinascimentale, necessario complemento della trattatistica prospettica.