Ricorso respinto, il Cocoricò resta chiuso. Questore minacciato di morte

Il Tar ha rigettato l'istanza, udienza collegiale il 10 settembre. L'uomo che ha ordinato la chiusura del locale preso di mira sul web

Una serata al Cocoricò (foto Pasquale Bove)

Una serata al Cocoricò (foto Pasquale Bove)

Rimini, 7 agosto 2015 – Il Tar dell'Emilia Romagna ha rigettato il ricorso d'urgenza contro la chiusura del Cocoricò di Riccione, disposta alla fine della scorsa settimana dalla Questura di Rimini in seguito alla morte per droga di un 16enne che si era sentito male nel locale. L'istanza per la sospensiva era stata avanzata dai legali dei gestori del locale. L'udienza collegiale, per una valutazione più approfondita, è stata fissata per il 10 settembre. I gestori avevano depositato oggi il ricorso chiedendo misure cautelare urgenti contro la decisione di chiudere la discoteca per un periodo di 4 mesi.

Proprio l'uomo che ha decretato la chiusura del locale, il questore di Rimini Maurizio Improta, ha ricevuto minacce di morte. Sono una cinquantina, soprattutto su internet e social network, le minacce già raccolte dalla polizia postale e consegnate in un'informativa alla Procura. 

Per quanto riguarda il ricorso dei gestori al Tar, il Codacons ha presentato un intervento chiedendo di rigettare le richieste della discoteca.

In particolare l’associazione ha chiesto al presidente del Tar di convocare con urgenza il questore di Rimini e lo stesso Codacons prima di esprimersi sul ricorso del Cocoricò, e di non assumere alcuna decisione senza prima aver udito le parti.

«La nostra tesi – spiega l’associazione in una nota – è stata accolta».