San Marino, lo 'sceriffo del Titano' rovinato dal dito medio

Storia e retroscena sul licenziamento del direttore della Banca Centrale

Lorenzo Savorelli nella foto contestata

Lorenzo Savorelli nella foto contestata

San Marino, 1 settembre 2017 - Fino a qualche settimana fa tutti lo conoscevano come «lo sceriffo solitario di San Marino che difende la legge», come lui stesso si era definito in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook a didascalia di una fotografia dello sceriffo Kane di ‘Mezzogiorno di fuoco’. D’ora in poi, Lorenzo Savorelli, ormai ex direttore generale della Banca Centrale del Titano, sarà ricordato per il suo licenziamento ‘figlio’ di un dito medio mostrato a un giornalista fotoreporter, a Rimini, durante le giornate del Meeting di Cielle. Un gestaccio, da lui definito scherzoso nei giorni successivi, che ha mandato su tutte le furie il governo che mercoledì, tramite il Comitato per il Credito e il Risparmio, ne ha chiesto l’allontanamento. Sempre mercoledì il Consiglio direttivo di Bcsm ha provveduto al licenziamento per violazione del codice etico. L’uscita di scena di Savorelli è così l’atto finale di un rapporto altalenante con la politica sammarinese.

Da sempre, l’ex dg è stato inviso all’opposizione, che ha sollevato a ripetizione, dubbi sui suoi rapporti con il finanziere italiano Francesco Confuorti (fondatore in Lussemburgo della società finanziaria Advantage), presentando anche interpellanze per la sua rimozione. Ma non segni di spaccatura con il governo. Fino a quel gestaccio, governo e maggioranza lo avevano sempre difeso, anche dopo altre gaffes, tra cui l’autoproclamazione a ‘sceriffo di San Marino’. Anzi, nella turbolenta situazione bancaria sammarinese, governo e Banca Centrale sono sempre stati prese di mira per un rapporto fatto di troppi ‘baci e abbracci’. Effusioni cessate nel giorno del licenziamento quando iniziano a trapelare anche documenti riservati, tra i quali la relazione che Banca Centrale ha presentato al Ccr nella quale accusa il modus operandi del management della Cassa di Risparmio. E una lettera indirizzata al cda della Cassa nella quale Bcsm chiede di «dichiarare la decadenza» del suo presidente Nicolino Romito, per il quale non è stata confermata l’esistenza dei requisiti di onorabilità.

Tra un gestaccio e l’altro, occorre ricordarlo, c’è una situazione finanziaria quasi ridotta al collasso, complici i 500 milioni di buco della Carisp, la liquidazione coatta amministrativa di Asset Banca, poi assorbita in Cassa. E per sanare una situazione che ha radici lontane, nel 2016, il governo allora guidato dalla Dc, aveva chiamato al timone di Banca Centrale il presidente Wafik Grais e il dg Savorelli, arrivati a braccetto per dare ossigeno all’ex paradiso fiscale, ora piombato all’inferno.