Rimini, Loris Stecca: "Esco dal carcere per insegnare pugilato"

Il campione torna sul ring con i bambini grazie a un permesso per buona condotta

Al centro Loris Stecca

Al centro Loris Stecca

Rimini, 23 luglio 2017 - Olio di gomito, sgrassante spary e spugna. Che non getta ma usca per lustrare sedie e tavolini. La sua nuova battaglia Loris Stecca, ex campione del mondo Supergallo Wba, condannato a 8 anni e mezzo di carcere per il tentato omicidio di Roberta Cester, la lancia in spiaggia. Su disposizione del magistrato di sorveglianza ha ottenuto, pur con 4 anni di carcere ancora da scontare, di poter lavorare di giorno. Lo incontriamo al ristorante Alta Marea, dove l’amico Adriano Celli l’ha di nuovo ingaggiato per l’estate. Tuttofare e istruttore di boxe sul ring allestito tra i giochi per bambini.

Come va, Loris?

«Alla grande – attacca uno Stecca ‘molto carico’ – sono davvero contento che mi abbiano concesso la possibilità di lavorare».

Meglio che stare in galera...

«Veramente ai ‘Casetti’ ci devo tornare tutte le sere, finito il mio lavoro in spiaggia».

Che orari fa?

«Dalle 8 di mattina alle 5 del pomeriggio, ma in mezzo c’è una pausa durante la quale non mi posso spostare da qui. Sei giorni a settimana, lunedì libero».

Cosa fa nel giorno libero?

«Devo stare in prigione».

Nuova sfida all’Alta Marea.

«Sì, come l’estate scorsa. Ma per me e per la mia famiglia è importante. Sia perché posso uscire durante il giorno, sia per guadagnare qualche cosa».

Cosa le piace di più qui?

«L’affetto dei bambini e ragazzi, che chiedevano ai gestori se tornavo, e mi hanno regalato una targa con dedica. L’ho messa di fianco alla Corona Mondiale Wba».

Come si sposta?

«Oggi (ieri per chi legge, ndr) sono venuto a piedi. Poi verrò in bici. O in bus. Non posso salire in macchina, nè andare a casa».

Quanto tempo è stato in carcere, dopo la condanna della Cassazione?

«Dal 3 febbraio, 5 mesi e mezzo».

In quale sezione?

«Nelle ‘casette’, una parte separata, dove ci stanno i ‘semiliberi’».

Il provvedimento del magistrato verte su una relazione del nucleo formato da educatori, psicologi, agenti, direttore del carcere.

«Oggi mi sento solo di ringraziare tutti quanti di cuore, anche i miei avvocati (Piero Ippoliti e Luca Ventaloro, ndr) e i giudici».

Fino a quando sarà in spiaggia?

«Fino a settembre. Poi dovrò trovare un altro lavoro. Ma...»

Dica.

«Spero che mi concedano l’affidamento ai Servizi sociali, i miei avvocati l’hanno chiesto».