Rimini, punta coltello alla pancia della convivente incinta. "Non è mio figlio"

"Tu mi hai tradito". Riminese cinquantenne indagato per maltrattamenti

Violenza sulle donne

Violenza sulle donne

Rimini, 22 ottobre 2017 - "Questo figlio non è mio, non lo voglio. Tu sei una poco di buono". L’ha prima coperta di insulti irripetibili, poi è arrivato anche a puntarle un coltello sulla pancia, sperando di farla abortire. Protagonista di questa incredibile vicenda un insospettabile cinquantenne riminese (difeso dall’avvocato Monica Castiglioni) che è adesso indagato per maltrattamenti aggravati.

Nei prossimi giorni il riminese comparirà davanti al gip che deciderà se rinviarlo a giudizio. A denunciarlo è stata la sua compagna, una quarantenne anche lei riminese ( assistita dall’avvocato Roberto Brancaleoni), con la quale conviveva da anni e dalla quale ha avuto una prima figlia. Ma quella gravidanza inaspettata, invece di essere accolta con gioia dall’impiegato riminese, aveva fatto precipitare la situazione fra i due partner.

L’uomo, infatti, era convinto che il nascituro fosse il frutto di una relazione extraconiugale della sua compagna. «Non è mio figlio, è un bastardo, non lo voglio, tu mi hai tradito», le aveva urlato in più occasioni. La tensione tra i due era salita alle stelle e gli insulti erano diventati quotidiani. Il cinquantenne, più volte, aveva distrutto mobili e suppellettili, lanciando oggetti contro la compagna. Un’escalation di violenze culminata in due episodi agghiaccianti. Durante un litigio, stando alle accuse che gli sono state mosse, l’uomo avrebbe afferrato un coltello da cucina e avrebbe minacciato la convivente incinta, puntadoglielo contro la pancia: "Non voglio questo bastardo, non è mio figlio".

In un’altra circostanza, mentre i due erano a bordo dell’auto con la loro primogenita, il cinquantenne avrebbe cercato di mandare fuori strada la stessa autovettura, sottraendo il volante alla compagna e compiendo una manovra spericolata. Quella era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, spingendo la donna a prendere una decisione definitiva.

Terrorizzata dalle continue minacce ed ancora più dal timore che il convivente potesse fare del male anche alla loro prima figlia, la donna se n’era andata insieme alla bimba. Infuriato per questo abbandono, il riminese aveva denunciato quella che era diventata la sua ex per sottrazione di minore. Ma la sua querela, nel giro di pochi mesi è finita nel nulla, archiviata dalla stessa Procura. La donna, invece, assistita dall’avvocato Roberto Brancaleoni, a sua volta, ha denunciato il cinquantenne per maltrattamenti aggravati. E dopo le indagini compiute, il procedimento tra due settimane approderà davanti al gup del tribunale di Rimini che dovrà stabilire se rinviare a giudizio il riminese.