Ragazza nella valigia, Katerina sarà sepolta a Rimini

La madre della ragazza morta per anoressi ha deciso: la salma non sarà trasferita in Russia

Katerina, la ragazza russa morta per anoressia

Katerina, la ragazza russa morta per anoressia

Rimini, 22 aprile 2017 - "Mia figlia amava Rimini. Voglio che riposi per sempre qui». Ci ha pensato a lungo, Gulnara Laktionova. Ma alla fine ha deciso: la salma di sua figlia Katerina non sarà trasferita in Russia. I resti della 27ennne aspirante modella – uccisa dall’anoressia e poi lanciata in mare dalla madre chiusa dentro un trolley – resteranno a Rimini, città in cui era venuta ad abitare circa due anni fa e che era entrata nel suo cuore. La stessa città in cui Katerina ha trovato la morte, consumata lentamente da quella malattia che l’aveva ridotta pelle e ossa.

Nei giorni scorsi la Procura ha concesso il nulla osta per la restituzione del corpo. Ora spetta alla mamma di Katerina decidere dove e in che modo dare l’ultimo saluto alla figlia. «Le modalità non sono state ancora stabilite – dice l’avvocato Mario Scarpa, legale di Gulnara Laktionova –. Al momento stiamo valutando diverse opzioni. Di certo le spoglie della ragazza resteranno qui a Rimini. E’ questo il desiderio della madre».

La 48enne, indagata per morte come conseguenza di maltrattamenti e distruzione di cadavere, era tornata a Rimini l’8 aprile scorso per ricostruire insieme agli inquirenti gli ultimi giorni di vita di Katerina. Ancora sconvolta e distrutta, aveva spiegato al sostituto procuratore Davide Ercolani i motivi che l’avevano spinta a compiere un gesto tanto estremo.

La donna ha raccontato di aver cercato fino all’ultimo di salvare la figlia morente, ormai arrivata a pesare solo trenta chili. Poi il 10 marzo l’aveva trovata immobile nel letto. Da quel momento l’ex badante aveva cominciato a vivere come in una sorta di tranche. «Uscivo come sempre per lavorare, poi la sera tornavo edormivo nel letto con lei».

Ma il 18 marzo Gulnara si ‘sveglia’ e decide di agire. Per un attimo pensa di portarsi dietro Katerina per seppellirla in Russia. «Ma poi ho avuto paura del metaldetector e ho deciso di gettare la valigia in mare. Ero così confusa» ha raccontato la donna durante l’interrogatorio. Nei giorni scorsi il Gruppo alpini di Rimini - Capitano Aldo Iorio si era offerto di aiutare la mamma di Katerina a rimpatriare la salma in Russia. La sottoscrizione è però stata messa in standby, dopo la decisione di far rimanere i resti a Rimini. Il Gruppo alpini ha comunque confermato la propria disponibilità nei confronti di Gulnara.