Evasione, tremano le ‘belle di notte’: altre dieci finite nel mirino del fisco

La Finanza setaccia i loro conti: nuove partite Iva in arrivo

Tremano le belle di notte della Riviera per le indagini fiscali

Tremano le belle di notte della Riviera per le indagini fiscali

Rimini, 6 marzo 2015 - Tremano le «belle di notte» della Riviera, quelle che si nascondono dietro gli annunci sui siti internet. Quando il Fisco mette nel mirino una categoria, sono dolori.

E pionieri nella caccia all’evasione fiscale fra le lucciole, gli uomini della Guardia di Finanza di Rimini lo sono da sempre.

Adesso, poi, con l’apertura d’ufficio da parte dell’Agenzia delle Entrate, di diverse partite Iva (fra le prime in Italia; ndr) ad alcune prostitute della provincia su segnalazione delle Fiamme gialle, lucciole di strada e «abbaglianti accompagnatrici» sudano freddo.

«Speriamo che non vengano a spulciare nei miei conti correnti», raccontano ai loro avvocati di fiducia.

Ma il lavoro della Guardia di Finanza non si ferma, anzi si può dire che raddoppi. Proprio a Rimini, nel 2012 le Fiamme gialle scoprirono uno tra i primi, clamorosi casi di evasione fiscale, messa a segno da una escort. Allora alla bella di notte i finanzieri contestarono una movimentazione bancaria sospetta da 207mila euro. Soldi totalmente sconosciuti al Fisco, visto che la signorina risultava disoccupata e nullatenente.

Da allora, tra un’inchiesta e l’altra, i militari hanno continuato a portare avanti, forti anche delle sentenze della Cassazione dal 2010 a oggi, la loro lotta all’evasione fiscale delle lucciole. Non le povere ragazze dell’Est sfruttate sulla strada quanto le signore e signorine che svolgono la loro attività in appartamenti o residence della provincia. Nel 2014 le Fiamme gialle, dopo accurate indagini incrociate con le banche dati, hanno portato a termine due accertamentri fiscali su altrettante «sex worker» che nei prossimi mesi saranno convocate dall’Agenzia delle Entrate per chiarimenti. Alla prima hanno contestato un’evasione da 80mila euro, alla seconda da 50mila euro.

D’altronde il Fisco ha come minimo cinque anni di tempo per chiedere lumi su somme di denaro e redditi nascosti. In questi primi mesi dell’anno l’attività delle Fiamme Gialle poi è stata ancora più intensa: almeno dieci le escort che sono finite ai raggi x da parte della Finanza. A tradirle sono stati i loro conti correnti bancari e quel tenore di vita non consono ai redditi dichiarati.

Oppure qualche spasimante snobbato che si è vendicato, spiattellando tutto all’amico finanziere.

E dopo l’accertamento della Finanza, ad attenderle adesso ci sono l’Agenzia delle Entrate e una bella partita Iva con tanto di codici: esattamente 96.09.09 «con altre attività alla persona non classificabili altrove» o 74.99.99, sempre «altre attività professionali non classificabili altrove». Le belle di notte con partita Iva sono tenute, d’ora in poi, ad avere una regolare contabilità, anche «semplificata» e a presentare ogni anno regolare denuncia dei redditi «anche senza un volume d’affari». Il Fisco non risparmia nessuno: neanche le lavoratrici del sesso.