Serena Grandi: "Chiudo la Miranda e mi dedico al cinema"

L'ex attrice abbassa le saracinesche della locanda di Manuel Spadazzi

Serena Grandi davanti al suo locale (foto Bove)

Serena Grandi davanti al suo locale (foto Bove)

Rimini, 25 luglio 2014 - Miranda se ne va, addio alla Locanda. E’ durato un anno e mezzo il ristorante aperto da Serena Grandi, insieme al figlio, nel cuore del borgo San Giuliano. Da settimane il ristorante è chiuso. Le ultime serate nel weekend della Notte rosa, poi più nulla, tanto da far pensare che l’attrice avesse deciso di mettere fine alla sua breve esperienza da ristoratrice. Anche perché la Grandi, in questi giorni, a Rimini si è vista ben poco. Più facile incontrarla a Roma, dove torna sempre più spesso per parlare con produttori e registi dei suoi futuri impegni sul grande schermo. Ma Serena assicura che il ristorante «riaprirà. Probabilmente già i primi giorni di settembre, in occasione della Festa de’ Borg. Ma non si chiamerà più Locanda di Miranda». E a quanto dicono, non sarà più lei a gestirlo. «No, non è proprio così. Io resto la proprietaria, e continuerò a seguire le vicende del locale, ma non come ho fatto in questi mesi. Era diventato un impegno troppo pressante, non me lo potevo più permettere. Da quando La grande bellezza ha vinto l’Oscar, mi sono arrivate tante proposte. Sarò spesso in Canada, per alcuni progetti importanti. Non me la sentivo più di essere sempre presente al locale». Le voci parlano di una chiusura dovuta alle difficoltà del ristorante, e anche di problemi con il personale. «Abbiamo avuto in effetti dei problemi con i dipendenti. Poi devo dire che Rimini è una realtà di provincia. Qui la gente straparla e purtroppo mette in giro chiacchere assurde. La verità è che ci siamo accorti che non era il locale giusto: qui la gente vuole mangiare tanto e spendere poco. Il nuovo locale, che rinnoveremo completamente anche nel nome (si chiamerà Tiberius), sarà a meta tra ristorante e bistrot. Un luogo più minimalista, decisamente più giovane, alla portata di tutti». Chi lo porterà avanti? «Mio figlio Edoardo, ma io comunque non farò mancare il mio aiuto. Di sicuro sarà un locale non più incentrato sulla mia persona. Questa cosa, alla lunga, si è rivelata controproducente: avevamo clienti che prenotavano solo per venirmi a conoscere. Questa situazione era diventata quasi una gabbia. Ho deciso di ripartire da zero, ma non abbandono Rimini. Resta una città splendida, è la mia casa. Il locale cambia nome e volta, ma resta. E anch’io non me ne vado di qui, anche se mi dividerò sempre più tra Rimini, Roma e i viaggi all’estero».

Manuel Spadazzi