Rovigo, 30 aprile 2012 - Enel ha avviato un'azione giudiziaria contro Greenpeace con una richiesta di riconoscimento di danni provocati alla propria immagine ''dalla campagna diffamatoria che l'Associazione sta da tempo conducendo contro l'azienda sulla base di argomentazioni false e pretestuose''. Nel 2006, ricordiamo, fu occupata per tre giorni dagli attivisti di Greenpeace la centrale Enel di Porto Tolle (Rovigo). L'associazione ambientalista chiede a Enel il ritiro immediato dei progetti per gli impianti a carbone di Porto Tolle e Rossano Calabro, la progressiva eliminazione della produzione elettrica da carbone entro il 2030 e la sua sostituzione con energie rinnovabili.

Enel ritiene che la campagna di Greenpeace sia ''una campagna gravemente denigratoria e priva di fondamento''. Le attivita' dell'azienda - sottolinea la societa' - ''sono sottoposte alle norme e ai controlli delle istituzioni locali, nazionali e internazionali e si svolgono nel pieno rispetto delle leggi che tutelano l'ambiente e la salute''.

Contro l'attivita' di Enel le azioni piu' recenti dell'associazione ambientalistica sono un'azione condotta oggi a Brindisi, nei pressi della centrale Federico II per sottolineare che il carbone uccide e un presidio a Roma, dove e' in corso l'assemblea degli azionisti. Enel aggiunge che ''circa meta' della energia elettrica che il Gruppo produce e' priva di qualunque tipo di emissione, compresa l'anidride carbonica: una percentuale tra le piu' alte rispetto a tutte le altre grandi utilities del mondo''.

Inoltre, attraverso la controllata Enel Green Power, Enel - si spiega - ha in programma investimenti nelle fonti rinnovabili per oltre sei miliardi di euro nei prossimi cinque anni, ''un impegno che ha ben pochi paragoni a livello globale''. Infine Enel ricorda che ''solo il 12% dell'energia elettrica italiana e' prodotta con il carbone contro una media europea di circa il doppio''.