Rovigo, 30 giugno 2013 - "QUANDO finisco di lavorare, vado a casa e non esco più la sera»; «Ho messo l’allarme a porte e finestre, non mi sentivo più sicuro». E ancora: «Sono stato costretto ad istallare le telecamere, ogni giorno mi arrivava all’orecchio la voce che i ladri erano entrati in qualche casa». Frasi che sembrano venire da un altro mondo. E invece escono dalle labbra un po’ tirate di impiegate, casalinghe e padri di famiglia. Gente della porta accanto, che abita a Rovigo e nei paesi. Paesi dove, fino a qualche anno fa, si lasciava la porta di casa aperta che al massimo entrava, quatto quatto, il gatto del vicino. Che cosa sta succedendo? Difficile dare una risposta. O forse, non è tanto difficile. Ecco una storia. C’era una volta una città altrettanto tranquilla, la gente andava in giro fino a notte fonda, non succedeva mai nulla. Poi i primi episodi un po’ inquietanti, i furti che aumentano, la gente che protesta. Le forze dell’ordine credono che tutto sia sotto controllo. Non è proprio così. E adesso ci sono zone dove i poliziotti vanno solo se sono molto, ma molto numerosi. Altrimenti si rischia grosso. E’ questo l’orizzonte di Rovigo? Nessuno comunque lascia più le porte aperte. Perché adesso rischi di trovarti in casa dei gattacci sì, ma a due zampe.
Mario Bovenzi
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