Una volta l’avrebbe sorpresa a scavare buche al centro della strada, un’altra volta avrebbe dipinto con della vernice rossa delle linee che non doveva superare e un’altra volta ancora sarebbe scesa di casa con un coltello da cucina in mano. Poi ci sarebbero insulti e minacce quotidiane come "vecchio, devi morire, tua madre doveva abortire non metterti al mondo, non vedo l’ora che tu muoia, prima o poi ti faccio vedere io". A subire tutto questo è il vicino di casa di una 45enne fabrianese, insegnante, che è finita a processo davanti al giudice Matteo Di Battista per stalking. Dal 2021 fino ad oggi, le condotte sarebbero ancora in corso, l’uomo, 59 anni, jesino, sarebbe costretto a convivere con dispetti continui che gli impediscono anche di entrare in casa. La vittima, parte civile nel processo con l’avvocato Francesca Ricci, ieri ha testimoniato raccontando le persecuzioni che vive da quattro anni. "Questa donna parcheggia la sua auto al centro della strada – ha detto il 59enne – noi non riusciamo nemmeno ad arrivare a casa. Io copro le buche che si formano nel piazzale, lei le scava e le allarga. Un giorno mi sono trovato feci di cane davanti al portone, era stata lei, ha detto che io porto il mio cane a farla in giro. Mi offende di continuo quando passo davanti casa sua, non sono nemmeno libero di rispondere al telefono che mi insulta. Non so perché fa così". La vicina, difesa dall’avvocato Fabio Grugnaletti, non gradirebbe il passaggio di servizio nella sua proprietà.
m. v.