Anche il porto di Ancona chiude alle navi russe

Le ultime imbarcazioni hanno lasciato lo scalo prima dell’embargo. Nel 2021 c’era stato parecchio movimento, con la guerra il traffico è calato

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Da oggi i porti italiani sono off limits per tutte le unità navali russe, divisi per stazza e tipologia. Lo ha deciso il governo, in particolare il Ministero delle Infrastrutture e il comando generale delle Capitanerie di porto che hanno recepito una misura comunitaria. Ancona, uno degli scali più importanti dell’Adriatico e del Paese, non fa certamente eccezione. La notizia è che nei giorni scorsi le ultime imbarcazioni battenti bandiera russa hanno lasciato lo scalo dorico prima che fosse avviato proprio questo embargo legato all’aggressione militare nei confronti dell’Ucraina. Dall’inizio dell’anno sarebbero state più di una le navi o gli yacht che per varie motivazioni hanno attraccato ai moli dello scalo multiuso del capoluogo marchigiano. Nel 2021 il numero è stato abbastanza alto, attorno alla dozzina di casi, ma si era in un differente periodo storico, ora la guerra ha cambiato tutto. La capitaneria di porto di Ancona ha già iniziato il monitoraggio in basse alla nuova disposizione generale. È importante rilevare come sarà vietato entrare nei porti italiani non soltanto alle navi russe, ma anche a quelle che dal 24 febbraio scorso, proprio per non imbattersi in problematiche del genere, avevano deciso di cambiare la bandiera. La tecnologia e un codice particolare consente a tutte le capitanerie di sapere in anticipo quali imbarcazioni hanno cercato di eludere la norma dopo il giorno in cui è scoppiata la guerra e di bloccarle prima di entrare in porto. Diverso il discorso per quanto concerne le merci. Quelle russe saranno bloccate, a parte alcune tipologie come ad esempio gas e petrolio, al centro dei discorsi attorno alla crisi bellica, oltre alle forniture di materiale sanitario. Controlli verranno fatti anche nelle varie unità della marina del capoluogo e delle zone limitrofe, compresi i porti turistici.