Antonio potrà avere il suo Spid "Travolti da una valanga d’amore"

Tutta Italia si mobilita per il cuoco paralizzato dalla Sla, anche Poste. "Abbiamo accettato l’aiuto della Regione"

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di Sara Ferreri

Antonio Brocani potrà avere il suo Spid, come ciascun comune mortale. È bastato un appello accorato tramite il Carlino per avere un’eco mediatica di indignazione (compresa quella dell’assessore regionale alla salute) ma anche una risposta corale di grande solidarietà. In tanti e da tutta Italia si sono offerti per aiutare Maila e Antonio nella loro nuova piccola grande battaglia: quella di riuscire ad ottenere gli stessi diritti di una persona che riesce a muoversi e parlare. E alcuni si stanno rimboccando anche le maniche per venire a Jesi, a casa del cuoco malato di Sla, a risolvere il caso. Maila Pigliapoco che, oltrechè moglie è caregiver di Antonio Brocani, da oltre due mesi, contattava gli uffici per quello che pensava essere un diritto di ogni cittadino italiano, scoprendo invece giorno dopo giorno, con grande amarezza che suo marito non è più un cittadino come tutti gli altri. Eppure esiste. "Non è possibile – ha sottolineato al Carlino Maila Pigliapoco - che un malato in queste condizioni, allettato e tracheostomizzato, non possa ottenere lo Spid, strumento oggi indispensabile per poter accedere a una serie di servizi on line della pubblica amministrazione e dei privati aderenti. Anche solo per prenotare una visita, richiedere dei bonus, registrare dei contratti, accedere al 730, pagare le tasse. Principalmente lo abbiamo richiesto per consultare i referti on line a cui a breve non potremo accedere non avendo lo Spid e per la dichiarazione dei redditi. Ma abbiamo incontrato tantissime difficolta, un muro. Per tutti – aggiunge Maila - è semplice attivarlo, ma per Antonio no, non è proprio possibile. E questo nonostante io abbia una procura generale che mi permetta di sostituirlo in qualsiasi atto pubblico, amministrativo o di altro genere. Non mi danno la possibilità di utilizzare la procura in quanto la stessa, sostengono, non può sostituire l’identificazione del soggetto che ovviamente essendo immobile e attaccato ad un respiratore non può raggiungere l’ufficio postale o la cartoleria e firmare o parlare, né può interloquire davanti ad una telecamera o rispondere a un sms".

Ma Maila non si è data per vinta, come del resto non fa mai, e il suo sasso lanciato nello stagno ha prodotto un’onda di affetto e solidarietà potentissima. E ieri la svolta con la chiamata dalla Regione che le ha teso una mano. "Dopo l’articolo uscito sul Carlino mercoledì scorso – spiega – il telefono è stato inondato di chiamate. Tanti giornalisti, tv e servizi si sono dedicati a questa ingiustizia e grazie a tutto questo ci siamo. Antonio è felicissimo e spera che questa piccola grande battaglia possa essere d’aiuto a tutti coloro che come lui stanno male. Ci ha contattato la segreteria dell’assessore regionale Filippo Saltamartini e quella del vicepresidente della Regione Mirco Carloni i quali tramite la Namirial ci hanno assicurato che un tecnico verrà a casa a fare lo Spid. Ci hanno contattato anche Sielte, una società di impianti elettrici e telefonici e Unappa, un’associazione che unisce professionisti delle pratiche amministrative e persino Poste. Entrambi si sono offerti di venire a casa a fare lo Spid ad Antonio e in forma gratuita nelle prossime ore. Siamo molto felici di aver avuto tutto questo riscontro, non lo immaginavamo e questo ci fa sperare in un mondo fatto anche di tante cose buone. Seguiremo l’indicazione della Regione anche perché c’èl’impegno ad attivarsi per una deroga a quanto stabilito attualmente dall’Agid e consentire a chi non può muoversi né parlare di avere agevolmente lo Spid. Grazie a voi del Carlino abbiamo smosso il mondo e ve ne siamo davvero molto grati".