
Il sindaco Daniele Silvetti e l’assessore Giovanni Zinni durante una passata seduta del consiglio comunale
Il segretario generale del Comune fa l’appello e tra i banchi della giunta risultano assenti il sindaco, Daniele Silvetti, il suo vice, Giovanni Zinni, e l’assessore con le deleghe più ‘pesanti’, Stefano Tombolini (lavori pubblici e manutenzioni). Il 70% delle interrogazioni urgenti è stato rinviato al prossimo consiglio (il 24 luglio, convocato fuori calendario per far passare la delibera per la modifica dello Statuto Comunale, respinta ieri per un voto). Finito l’appello è scoppiata la bagarre, con gli esponenti del Partito Democratico che sono intervenuti sull’Ordine dei Lavori prima che iniziassero gli scontri verbali. Sopra le righe l’assessore Berardinelli, uno dei pochi rimasti in aula ieri mattina, che ha tuonato contro gli attacchi dei Dem minacciando di andarsene. Sugli scudi lo stesso segretario generale Montaccini che rivolgendosi a un consigliere di maggioranza ha risposto nervosamente "Io sono il segretario, chiaro? Altrimenti mi inc...".
Non sono stati chiariti i motivi delle assenze dei tre esponenti: il sindaco Silvetti l’altro ieri era a Roma per un incontro al Viminale con il ministro Piantedosi sulla sicurezza urbana in qualità di primo cittadino ma anche di vicepresidente vicario dell’Anci. Tombolini aveva chiesto un giorno per motivi familiari, mentre sul vicesindaco Zinni, che ieri doveva rispondere a metà delle interrogazioni, non è stato possibile chiarire. Duro il commento del gruppo consiliare Dem: "Un altro consiglio comunale aldilà di ogni immaginazione. Assenti sia sindaco che vicesindaco e l’assessore ai lavori pubblici. Dopo neanche un’ora dall’inizio se ne sono andate anche l’assessore alle politiche educative Andreoli e l’assessore ai servizi sociali Caucci. A metà seduta se ne è andata pure l’assessore alla cultura. Questo denota una mancanza di rispetto nei confronti dell’aula dove si decidono le sorti della città e di tutti i cittadini che dovrebbero essere rappresentati da questa giunta. Ricordiamo, per dovere di cronaca, che, con gli ultimi aumenti, dal 2024 gli assessori hanno una indennità mensile di oltre 6mila euro al mese".
In generale è stata una seduta nervosa, mezz’ora di sospensione per una mozione bipartisan, altre manfrine per modificare un emendamento, il presidente Pizzi indispettito dal comportamento della consigliera di Fratelli d’Italia De Angelis: "E poi la mozione di Francesco Rubini che chiedeva vicinanza ai lavoratori metalmeccanici per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, considerata fuffa dal capogruppo di Fratelli d’Italia Toccaceli. In sostanza – concludono i Dem – anche oggi è stato un Truman show a cui non ci abitueremo mai e un pessimo spettacolo per i cittadini".