"Bimbi disabili, nessuna marcia indietro"

L’ufficio scolastico regionale risponde ai genitori sull’impossibilità di un anno in più alla materna: "La sola richiesta di deroga non basta"

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"Nessuna marcia indietro né mai negata la possibilità di permanere un anno in più alla scuola materna per i bambini diversamente abili. Solo precisate, d’intesa con l’autorità sanitaria, le condizioni per poter ricorrere a tale eventuale necessità". Così l’ufficio scolastico regionale rispetto alla protesta dei genitori di bambini disabili o con difficoltà di apprendimento che dopo una iniziale conferma della possibilità di fare un anno in più, nell’ultimo giorno di scuola il 30 giugno scorso si sono visti congelare le domande. "Ricordiamo – spiega l’ufficio scolastico regionale - che la sola richiesta dei genitori di deroga all’adempimento dell’obbligo scolastico non è titolo valido a giustificare l’assenza dalla scuola primaria, alla quale il bambino è iscritto per legge al semplice compimento dei sei anni di età entro la data del 31 dicembre. Né come previsto dalla legge la mancata iscrizione del minore può essere giustificata in quanto diversamente abile, anche grave con eventuale difficoltà di apprendimento o altre difficoltà determinate dalla sua diversa abilità, in ragione del consolidato principio d’inclusione. Come prevede infatti la normativa scolastica – aggiungono - l’assenza dalla scuola pubblica può essere giustificata solo per motivi di salute o grave impedimento, che devono essere certificati dall’autorità sanitaria locale. Pertanto, in assenza della "certificazione" che comprovi l’impossibilità di frequentare per grave impedimento, in particolare per motivi di salute, il bambino diversamente abile deve, giustamente, frequentare la prima classe della scuola primaria come tutti". Per l’ufficio scolastico "dopo l’incontro del 4 agosto scorso con l’autorità sanitaria regionale, si è convenuto che quest’ultima avrebbe provveduto quanto prima a condividere con le competenti equipe certificatrici pubbliche e privato convenzionate l’esigenza dell’integrazione della documentazione medica già in possesso della direzione scolastica regionale o delle scuole" riportando una dicitura specifica sulla necessità per il bambinoa la permanenza e frequenza della scuola dell’infanzia. "In caso contrario – concludono dall’ufficio scolastico - l’amministrazione scolastica deve considerare iscritto alla classe prima della primaria il bambino, assicurando comunque la dovuta assistenza e il più consono trattamento educativo". In pochi giorni, entro il 14 scorso sono state ricompilate dunque le certificazioni da parte di medici e psicologi e ora i genitori attendono una risposta.