Causa penale lunga 30 anni, il Comune paga

Un atto datato aprile 1994 costringerà l’amministrazione ad adeguare il bilancio e a sborsare una somma ancora non ben definita

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di Pierfrancesco Curzi

Gli scheletri del passato si materializzano attraverso cause penali ultra trentennali. Un atto di citazione dell’aprile 1994, quasi ventinove anni or sono, si è trascinato fino ai giorni nostri e adesso costringerà, con ogni probabilità, l’amministrazione comunale a pagare una somma non ben definita, con relativo adeguamento di bilancio. Quando la giustizia mostra il suo lato peggiore, tra atti di citazione, ricorsi, appelli, e decenni di decisioni controverse. La storia, un vero e proprio cold case, si lega direttamente a una delle fasi più negative della storia amministrativa della città, ossia le tristemente famose ‘Incompiute’ del Piano di Ricostruzione che ha visto l’allora patron dell’Ancona calcio, Edoardo Longarini, coinvolto in un contenzioso infinito con le varie giunte comunali che si sono succedute negli ultimi trent’anni. In questa storia specifica Longarini non c’entra, ma lo scenario è quello. Entrando più nel dettaglio, protagonista della vicenda è una famiglia residente all’epoca nell’area dove poi fu realizzato e inaugurato il pezzo di Asse Nord-Sud, dall’uscita della galleria Baldì fino a via Bocconi. Uno dei pezzi delle incompiute del tempo. Piloni e pezzi di strada piazzati a terra e lavori mai finiti. Siamo nel tratto di città che va da via della Ferrovia a via Colleverde dove la famiglia in questione e a seguire poi tutti i suoi eredi, una lista infinita, possedevano dei terreni.

Al centro del contendere gli espropri proprio di quei terreni che nella primavera del 1994 hanno messo in moto la macchina giudiziaria, lenta, farraginosa, tortuosa e infinita. Impossibile elencare tutti i passaggi della causa giudiziaria che è arrivata fino al vertice massimo, ossia la Cassazione, la quale, tuttavia, ha deciso di rimandare tutto alla Corte d’Appello imponendo, di fatto, all’attuale amministrazione comunale di pagare il conto.

Di mezzo, in questa vicenda emblematica, c’è finito anche il Ministero dei Lavori pubblici. È bene specificare che l’attuale amministrazione comunale non c’entra nulla sotto il profilo delle responsabilità originali, tuttavia è costretta ora (dopo l’infinita serie di provvedimenti giuridici) a riconoscere una somma che tra interessi e rivalutazioni potrebbe aver raggiunto valori importanti.

Secondo gli esperti del servizio legale non siamo nell’ordine di milioni di euro, somme che potrebbero influire in maniera pericolosa sui conti della giunta in carica, comunque soldi che richiederanno una variazione di bilancio. In effetti il problema a questo punto non è ‘se’ il Comune dovrà riconoscere quella cifra al soggetto denunciante con eredi al seguito, ma quanto la collettività, indirettamente, dovrà pagare.

Alla prossima puntata della telenovela per conoscere il danno per la collettività.