Jesi, evasione fiscale. Denunciato gruppo di imprenditori cinesi

L'operazione della Guardia di Finanza ha stanato un giro d'affari di 700mila euro

La sede di lavoro per il confezionamento degli abiti

La sede di lavoro per il confezionamento degli abiti

Jesi (Ancona), 19 febbraio 2019 - Aprivano e chiudevano società per confezionare capi di abbigliamento ogni due anni: smascherato dalla Guardia di Finanza gruppo di imprenditori cinesi con il ‘vizio’ dell’evasione fiscale. Il bilancio è di 3 denunce a piede libero e un sequestro preventivo costituito da conti correnti, crediti e macchinari utilizzati nell’esercizio d’impresa. E’ l’operazione ‘Dominus’ messa in campo dai militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Jesi. Operazione che ha portato alla scoperta di un sistema evasivo messo in piedi da imprenditori cinesi del settore delle confezioni di capi di abbigliamento. L’indagine è stata avviata a dicembre scorso, dopo un attento monitoraggio da parte dei finanzieri delle imprese operanti sul territorio.

Attraverso il cosiddetto meccanismo “apri e chiudi”, un’impresa, dopo circa due anni dalla sua costituzione, terminava la propria attività. Ma al suo posto subentrava una nuova ditta individuale, costituita ad hoc, ma che proseguiva l’attività di quella precedente, utilizzando gli stessi locali e macchinari e rapportandosi con i medesimi clienti e fornitori.

Tutte le imprese succedutesi nel corso del tempo, però, venivano gestite di fatto sempre dallo stesso soggetto (il dominus appunto). Con questo turn over fittizio, le ditte che cessavano l’attività ‘dimenticavano’ per così dire gli adempimenti fiscali. Ricostruito il giro d’affari i finanzieri, attraverso mirati controlli incrociati eseguiti tra i clienti, hanno scoperto che gli imprenditori cinesi, a fronte di fatture emesse per oltre 700mila euro, non avevano presentato le dichiarazioni fiscali, ottenendo così un notevole risparmio d’imposta.

Al termine delle attività d’indagine, individuato l’effettivo gestore delle ditte e i suoi prestanome, sono stati denunciati 3 imprenditori cinesi e, su disposizione dell’autorità giudiziaria, è stato eseguito un sequestro preventivo per equivalente finalizzato alla confisca di beni per un valore complessivo di 130mila euro.