"Ghost Jobs", chiesto il processo anche per l’assessore Manarini

Lavori fantasma, fissata per l’8 marzo l’udienza preliminare: 12 gli indagati del secondo filone d’indagine. Il responsabile comunale dei Lavori Pubblici è accusato di falso in atto pubblico. Coinvolti 8 imprenditori

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di Marina Verdenelli

Lavori fantasma, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti e 12 gli indagati del secondo filone dell’inchiesta "Ghost Jobs", quella scaturita dopo gli arresti per corruzione eseguiti a novembre 2019 dalla squadra mobile. Fissata l’udienza preliminare davanti al gup Carlo Masini per l’8 marzo prossimo. Per l’indagine madre arrivarono le pattuglie della polizia a Palazzo del Popolo e in altri uffici comunali e si arrivò all’arresto del geometra Simone Bonci, accusato, insieme ad un cartello di imprese amiche, di aver pilotato appalti pubblici del Comune (laghetti del Passetto e cimiteri) in cambio di alcune utilità come un bagno di casa ristrutturato, una caldaia nuova, una porta blindata, telecamere di ultima generazione e cellulari. Dal fascicolo iniziale, dove erano stati contestati per lo più reati corruttivi e che ha visto già definire le posizioni del geometra e di due imprenditori coinvolti, era scaturito un secondo faldone con accuse, a vario titolo, di truffa, falso in atto pubblico e abuso d’ufficio, a carico anche di tecnici comunali e quattro assessori. Per tre di questi ultimi poi era arrivata l’archiviazione. In piedi è rimasta solo la figura dell’assessore comunale ai Lavori Pubblici Paolo Manarini che, anche se ha una posizione marginale, gli viene contestato un falso in atto pubblico (caduta l’accusa di abuso d’ufficio), ora è ad un passo dal processo. Il pm Ruggiero Dicuonzo e il procuratore aggiunto Valentina D’Agostino, che hanno coordinato le indagini, hanno chiesto per lui il rinvio a giudizio. Stessa sorte per otto imprenditori. Quattro sono gli stessi del filone della corruzione: Carlo Palumbi, di Teramo, Tarcisio Molini, di Treia, Marco Duca, di Cupramontana e Francesco Tittarelli, di Ancona. Altri quattro erano emersi nella chiusura delle indagini: Giuseppe Francucci, di Cingoli, Giovanna Procaccia, di Teramo, Franco Scalzini, di Tolentino e Tiziana Tittoni, di Pergola. Chiesto il processo anche per il geometra Bonci e altri due dipendenti comunali, l’ingegnere Maurizio Ronconi e il geometra Gabriele Gatti, impiegato al servizio manutenzione comunale. Ieri mattina intanto, davanti al collegio penale, si è tenuta la prima udienza sul filone madre, dove sono a processo gli imprenditori Tittarelli, Molini e Ficola, per corruzione aggravata, quelli che, al contrario di Bonci e altri due imprenditori, non avevano scelto di procedere con riti alternativi.

L’udienza è servita per l’ammissione testi. Prossima data 15 marzo.