"Grazie mio piccolo Mattia: mi hai insegnato l’amore puro"

Lo straziante messaggio di mamma Silvia. E spunta una poesia

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L’ultima carezza di Silvia Mereu, mamma del piccolo Mattia Luconi, la più giovane vittima dell’alluvione del 15 settembre, ha la forma di un messaggio straziante pubblicato sui social: "Grazie a te Mattia, che mi hai insegnato l’amore puro, vero, innocente ed eterno". Sono le ore del dolore e della consapevolezza dopo il funerale di martedì scorso per quel figlio di otto anni che non c’è più, strappato dalla furia del Nevola all’amore dei suoi genitori e ritrovato a otto giorni di distanza senza vita a 13 chilometri da dov’era stato travolto dall’acqua. Silvia si è salvata miracolosamente. È distrutta, come papà Tiziano, ma ha un pensiero di cuore per chi non ha smesso di cercare il suo cucciolo disperso: "È ora di dire grazie. Grazie a chi con il cuore pieno di speranza ha contribuito alle ricerche del mio dolce Mattia, dalle forze dell’ordine ai numerosissimi volontari. Grazie dell’affetto dimostrato al mio angioletto in questi giorni e nel giorno del suo saluto. Fiori, palloncini bianchi, lacrime, teneri ricordi e dolci parole erano tutti per te, mio amato bambino". Un bambino amato da tutti. A San Lorenzo in Campo, dove viveva con la mamma, e a Barbara, paese del papà, dove tirava bacetti a chiunque. Proprio da Barbara, il poeta locale Renato Aloisi ha dedicato una poesia struggente a Mattia e condivisa dal sindaco Riccardo Pasqualini: "Non ho voglia di dire, il respiro mi affanna. Una lacrima scende dove l’acqua già bagna. Un grido taciuto, un silenzio perduto! Ho l’affanno ristretto, in un mondo imperfetto, maledetto quel fango, maledetto il destino. Aveva solo 8 anni, iniziava il cammino! Mai e poi mai sarai un ricordo sbiadito, nel tempo che muove nel tuo mondo infinito. Non sarai mai il passato, ne mai dimenticato! Tu che ora vivi in un giglio di luna, ti sento a me accanto povero cocco... Piange la campana e il suo rintocco! Or che non spero più in quell’attesa spenta, patiscono le stelle cadute una ad una... Ed io nella struggente febbre dell’insonnia!".

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