GIACOMO GIAMPIERI
Cronaca

I commercianti del Corso: "Troppi negozi in ostaggio. Bancarelle da rivedere"

Viaggio nel cuore della Fiera: "Il format va rinfrescato, è una fase di stanca. Avanti col progetto di coinvolgere anche la zona porto. E prodotti più innovativi".

I commercianti del Corso: "Troppi negozi in ostaggio. Bancarelle da rivedere"

I commercianti del Corso: "Troppi negozi in ostaggio. Bancarelle da rivedere"

Bancarelle dislocate anche altrove, magari fronte porto come in passato, o in alternativa "schiena-schiena" onde evitare che si affaccino solo su alcune attività e oscurino le altre. Guardare, nell’offerta dei prodotti in vendita, ad innovazione, ma soprattutto al territorio e alle tradizioni. Trovare una soluzione, che sia definitiva, al cronico problema dei parcheggi. Sono pensieri pressoché unanimi, quelli dei commercianti di Corso Garibaldi, sentiti nel giorno del patrono di Ancona, San Ciriaco, e sul tema della Fiera di maggio dopo gli annunci di cambiarla, in futuro, da parte del sindaco Daniele Silvetti.

Apre Michele Angelo Zannini, titolare del Caffè Giuliani, attività che si apre all’inizio del boulevard più chic della città. "Benvenga se l’amministrazione vuole modernizzarla. È una fiera sempre partecipata, fa parte della nostra storia ma che, a mio avviso, sta vivendo una fase di stanca. Ecco perché è fondamentale darle una vocazione più territoriale, intercettando anche persone che provengono da fuori. Un impulso local per attirare altri target di pubblico. Presenze di quest’anno? Forse un po’ meno dello scorso, ma c’è l’attenuante del primo maggio dove il tempo è stato brutto. Altra strada da perseguire, quella del riposizionamento delle bancarelle. Ci sono alcune zone, tipo il Viale, che per una settimana sono in ostaggio dell’evento. Perché non riproporla anche tra Archi e area portuale?".

A ruota Claudia Calcagno e Silvia Pisacane dell’Erbolario, proprio sulla collocazione dei banchi degli espositori: "La zona porto, come avveniva negli anni passati, può essere una buona soluzione. E poi i prodotti: ci piacerebbe vedere più bancarelle artigiane, qualcosa che richiama la vocazione anconetana. O comunque marchigiana, made in Italy: calzature e vestiti di qualità, soprattutto. Inoltre il consiglio è di valutare un’impostazione diversa delle bancarelle, magari suddivise per categorie". Qualche passante riferisce di aver visto persone che provavano un abito tra i fumi dei truck food, giusto per sintetizzare. E sulla riorganizzazione, Cristina Crippa dell’omonima tabaccheria: "Le bancarelle affacciate soltanto su alcune attività, penalizzano tutte le altre sul lato opposto. È come se ci fosse un muro. Invece andrebbero messe schiena contro schiena, magari sdoppiate, per permettere anche agli esercizi presenti tutti i giorni di fare meglio il loro lavoro. Abbiamo provato a chiedere ad un commerciante di smontare, almeno, un telone bianco. C’è stato un ’braccio di ferro’ prima di ottenere il risultato".

Simona Catalano ed Eleonora Lenisi di Naima Profumerie, invece, non porrebbero l’accento sulla necessità di rimodulare le bancarelle altrove, "perché comunque durante la fiera attirano movimento sul Corso, comprese le persone che normalmente non verrebbero in centro ad Ancona. Ma va assolutamente migliorata la scelta di posizionarle solo da un verso, cosa che non accadeva in precedenza. Sui prodotti vorremmo vedere qualcosa di più fresco, giovanile e anche più verde. Ad esempio la festa dei fiori, che è stata svolta in piazza Pertini, è stata limitata da un meteo inclemente e dalla scarsa pubblicità. E non parliamo dei parcheggi, un problema irrisolto. Si abbassino le tariffe, in questi giorni e s’insista, coerentemente, sui servizi di navetta".