
L’attrice anconetana Lucia Mascino. in scena domani sera al teatro Misa. di Arcevia
Lucia Mascino, lo spettacolo è stato scritto appositamente per lei. Con il passare del tempo sono emersi nuovi aspetti e nuovi stimoli dal punto di vista interpretativo? "Sicuramente è uno spettacolo che mi ha accompagnato per diversi anni. E ogni volta è un po’ una riscoperta. Ogni volta c’è qualcosa che mi risuona di più, come spesso capita quando fai qualcosa per diverso tempo. Ormai siamo arrivati alle settantacinque repliche. L’abbiamo portato ovunque: due volte a Roma, a Napoli, a Parigi... E ora torna a casa, dove era partito. Quella di Arcevia è l’ultima data dell’anno, e mi fa piacere farla nelle Marche. Così ci riavviciniamo alla sua fonte".
Come descriverebbe il testo? "E’ un testo letterario che io recito in maniera così spontanea che a volte la gente mi chiede: ma lo improvvisi? Ovviamente io ci metto il mio modo di recitare, che cerca di renderlo come se fossero pensieri che mi saltano fuori dalla testa in quel momento. In realtà qualche volta senti una frase e, a seconda del momento che vivi, ti risuona di più rispetto a un’altra. Lo stesso vale per i tre personaggi".
Tutti interpretati da lei... "Sì, io faccio la scrittrice, la moglie e il marito. Diciamo che il testo ormai fa parte anche della mia vita. In alcune situazioni mi dico: ecco, è come dice il testo in quel punto. Ad esempio, ci sono momenti come quello in cui il padre rincuora la figlia Margherita invitandola a vedere ‘Gumball’ in televisione per tirarla su, per non farle percepire la tristezza del momento. Nella vita di tutti i giorni mi capita di pensare: questo è un momento da ‘dai Margherita, andiamo a vedere Gumball in tv’".
‘Smarrimento’ è una parola che normalmente ha un’accezione negativa. Non è questo il caso, vero? "No. Il titolo è stato coniato prima del Covid. Poi ha abbracciato tutto il periodo della pandemia, e non ha mai smesso di essere attuale. La parola non è mai stata tanto illuminante come in questi anni. Abbiamo attraversato una trasformazione e la stiamo ancora attraversando, Ma lo spettacolo contiene tante cose, per cui non risulta ‘passato’".
Gli argomenti che tratta sono sempre attuali: il rapporto moglie-marito, la distanza, la cura di un figlio, la cura di un genitore, l’eutanasia... "Ma lo spettacolo è quasi una carezza. Chi viene, alla fine si porta via un’intimità e delle frasi che gli risuonano personali. E’ un testo che ti arriva vicino".
Ma c’è anche una forte componente comica. "Sì, in certe parti è ‘leggero’, alla Woody Allen. La scrittrice è più comica, più buffa, la sua vita è tutta un cabaret esistenziale. I personaggi del libro sono diversi. Paolo è un uomo che per un anno cresce da solo sua figlia. Anna è una donna che affronta temi più seri. Sono tre ‘cifre’ diverse tra loro".
Teatro a parte, sul fronte cinematografico e televisivo c’è qualcosa in vista? "Ho appena fatto una bellissima serie per Rai 1, da coprotagonista, che uscirà in autunno. Ancora non ha un titolo. E sto dialogando con Monica Guerritore che vuole fare un film per il quale ha chiamato un gruppo di attrici, tra cui me. Sono molto contenta che mi abbia voluto. Le riprese dovrebbero iniziare all’inizio dell’estate".