Marche in rosso fino a Pasquetta compresa Ma ora ci sono i primi segnali di speranza

Contagi in calo e ricoveri stabili rispetto alla scorsa settimana. Il governatore: "Il 10% dei marchigiani ha avuto la prima dose di vaccino"

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di Alessandro Di Marco

Rossi fino a Pasquetta compresa, ma poi, se la tendenza al ribasso dei contagi dovesse continuare a confermarsi, potrebbe riaprirsi la partita per tornare in arancione almeno nella seconda metà di aprile. Ieri lo scontato verdetto della permanenza nella fascia cromatica più restrittiva per altri dieci giorni perché i numeri della scorsa settimana, su cui si è calibrato il monitoraggio di Ministero e Istituto superiore della sanità, in regione e provincia sono ancora oltre il tetto dei 250 contagi ogni 100mila abitanti. A comunicarlo ieri mattina è stato direttamente il governatore Francesco Acquaroli che ha esternato il suo dispiacere, ma ha anche evidenziato come "in questa settimana il numero dei casi e la pressione nei pronto soccorso si stanno riducendo". Poi l’appello alla comunità marchigiana perché "nonostante la comprensibile esasperazione e le molteplici difficoltà, continuo a raccomandare a tutti la massima attenzione per superare quanto prima questa situazione complicata". Infine i vaccini: "Sono 147mila i marchigiani che hanno ricevuto la prima dose, quasi il 10% della popolazione regionale per un totale di più di 230mila somministrazioni, ovvero il 91,3% delle dosi che ci sono state consegnate. L’obbligo per i sanitari? Solo il Governo centrale può dirci se e come farlo: le Regioni con gli strumenti che hanno a disposizione non possono. Aspettiamo di conoscere l’idea di Draghi in proposito. Di certo le inoculazioni rappresentano l’unica arma per arginare il virus, la sola speranza per consentire al sistema sanitario di respirare e quello economico di rilanciarsi".

Tornando ai numeri, guardando oltre la Pasqua in rosso, diventa necessario aggrapparsi alle cifre più fresche, quindi quelle da martedì a ieri che sembrano lanciare messaggi di speranza. In particolare i 674 positivi di ieri delle Marche e i 243 in provincia di Ancona sono inferiori al dato di venerdì scorso (822 Marche, 279 Ancona), come pure a quello di venerdì 12 (874 in regione, 286 in provincia) e del 5 marzo (1027 e 346). Ciò significa che prendendo in esame il quoziente complessivo da martedì a ieri nella nostra provincia i casi scendono in modo sensibile, in quanto ne sono stati accumulati 908, mentre nei segmenti omologhi di quattro giorni delle settimane precedenti si era sempre andati oltre quota milla: 1.074 dal 16 al 19 marzo, 1.111 dal 9 al 12, 1.242 dal 2 al 5.

Per quanto timidi e provvisori, iniziano ad arrivare anche segnali di stabilizzazione dal fronte ospedaliero dove comunque rimane fortissima la pressione sulle strutture sanitarie. Ieri una doppietta di segni al ribasso con la contrazione sia delle presenze in terapia intensiva (152, meno 5 su giovedì), sia per i ricoveri complessivi Covid (959) scesi in regione di due unità in 24 ore.

Nessuna tregua, invece, dalla voce più drammatica, visto che nel bollettino regionale del Gores di ieri sono riportati 13 decessi di tutte le persone con patologie pregresse, di cui cinque residenti nella provincia di Ancona: un 66enne e un 71enne del capoluogo, un 74enne di Fabriano, un 75enne di Sassoferrato e una 84enne di Loreto.

Dall’inizio dell’epidemia i marchigiani che hanno trascorso volontariamente in casa il periodo di isolamento sono diventati 256.133, i casi complessivamente diagnosticati sono diventati 596.994 e i tamponi processati 982.389, numero che comprende anche i test effettuati sulla stessa persona e il percorso guariti. Dopo 4 giorni in frenata, e’ tornato a crescere il numero di coloro che sono in isolamento volontario nella propria abitazione, ora 19.679 (+232); tra questi, i soggetti sintomatici sono 8.708 (-75), con 374 (-16) operatori sanitari in quarantena.