REDAZIONE ANCONA

Il ministro Valditara chiede approfondimenti sul suicidio del 15enne di Senigallia

Leonardo Calcina si è tolto la vita con la pistola del padre. Il titolare del dicastero dell’Istruzione: “È fondamentale che la scuola sappia intercettare le fragilità dei giovani ma anche educare alla responsabilità individuale”

Leonardo Calcina si è ucciso a 15 anni con un colpo di pistola

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Ancona, 17 ottobre 2024 – L’episodio del suicidio di Leonardo Calcina, che si è tolto la vita suicida a 15 anni, all'interno di un casale a Montignano frazione di Senigallia (Ancona), con una pistola che era l'arma del padre vigile urbano locale, è attualmente oggetto di verifiche da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito. 

Il Ministro Giuseppe Valditara ha contattato il direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale per le Marche, Donatella D'Amico, e ha richiesto un ulteriore approfondimento, anche alla luce delle dichiarazioni rese dai genitori del ragazzo e delle testimonianze pubblicate sui giornali da parte di studenti e amici del giovane.

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La scuola deve essere, innanzitutto, una comunità umana ed educante, in cui il ruolo del docente non si limita alla trasmissione dei saperi ma si estende alla costruzione, all'interno della classe, di rapporti improntati all'ascolto, all'accoglienza, al rispetto reciproco e alla capacità di suscitare entusiasmo, serenità, e interesse tra gli studenti. È questo che rende centrale e insostituibile la figura del docente anche nell'epoca dell'affermarsi dell'intelligenza artificiale. È fondamentale che la scuola sappia intercettare le fragilità dei giovani ma anche educare alla responsabilità individuale, intervenendo con autorevole severità in presenza di comportamenti improntati a violenza, a prepotenza e a bullismo”, dice il ministro dell'Istruzione Valditara.

L’appello ai genitori del dirigente scolastico Marche

A intervenire sulla tragedia, nel giorno tra l’altro dei funerali del ragazzo, è anche Donatella D'Amico, dirigente dell'Ufficio Scolastico Regionale delle Marche, con un appello ai genitori: “Quando i vostri figli, per qualsiasi motivo cambiano da una scuola all'altra o si iscrivono per la prima volta e avete notato che c'è qualcosa che vi preoccupa, entrate prima voi a scuola. Né dalla prima scuola dalla quale proveniva, né dalla seconda che frequentava da una ventina di giorni, non di più - ha sottolineato la dirigente - non era emerso alcun segno tangibile di questi grandissimi disagi che viveva il ragazzo. Dalla prima relazione a firma del preside, come è giusto che sia, non risultavano ulteriori elementi che facessero capire quello che succedeva". D'Amico ha parlato del suicidio di Leo come di "un dramma immenso" e di un disagio interiore che "sicuramente c'era".

La denuncia dei genitori e la lettera del preside

Già il giorno dopo il ritrovamento del corpo del giovane, il preside del Panzini, Alessandro Impoco, aveva inviato una lettera a studenti e personale che, secondo i genitori di Leonardo e il loro avvocato, invitava i ragazzi a non parlare di quel che sapevano. 

La madre di Leonardo questa lettera l’ha consegnata ai carabinieri di Marzocca a corredo di una denuncia già fatta per bullismo, dove è stato indicato che il figlio aveva riferito alla madre che i professori assistevano agli episodi che subiva in classe. Leonardo, inoltre, avrebbe provato a confidarsi con un insegnante di sostegno per capire come lasciare quella scuola dove non si trovava bene. Ma di questo colloquio né preside né genitori sono stati informati