
L’uscita dei ragazzi ieri dall’istituto Panzini di Senigallia: la scuola è sotto choc per ciò che è accaduto. Nella foto piccola Leonardo Calcina
Ancona, 17 ottobre 2024 – Una lettera agli studenti, al personale della scuola e alle famiglie, inviata dal preside del Panzini, Alessandro Impoco, il giorno dopo il ritrovamento del corpo di Leonardo Calcina, dai contenuti definiti "inaccettabili" dai familiari del 15enne che l’hanno ricevuta per puro caso. Già da martedí infatti le credenziali del padre di Leo, per accedere alla bacheca online della scuola, quella dove vengono date le comunicazioni ai genitori e ai ragazzi, non funzionavano più.
Morto il figlio non aveva più diritto a ricevere comunicazioni. Quelle della mamma sono state bloccate da ieri. La lettera lei l’ha ricevuta ed è stata consegnata ai carabinieri nell’integrazione di denuncia perché in un passaggio in particolare i familiari hanno ritenuto che il dirigente scolastico invita così gli studenti "a non parlare".
Due pagine di scritto dai contenuti discutibili. "Facciamo uscire i demoni che ci tormentano – ha scritto il dirigente – quelli che chiudiamo dentro di noi fino al momento che escono incontrollati, prepotenti per prendere il sopravvento. Ma allo stesso tempo spieghiamo ai ragazzi l’importanza di non parlare (o peggio sparlare) di fatti di cui non si ha effettiva conoscenza o non si siano prima e con certezza verificate le fonti".
Parole che hanno lasciato attoniti i genitori di Leonardo, a poche ore dalla morte, del loro unico figlio, studente dello stesso istituto. La lettera inizia spiegando che l’intera comunità scolastica si stringe alla famiglia e agli amici di Leonardo. Un messaggio di cordoglio che poi però naufraga al punto di suscitare indignazione nell’avvocato dei genitori del ragazzo che sottolinea come "di fatto invita a non parlare – ha detto Pia Perricci – il contenuto è ambiguo, bisogna dire ai ragazzi di dire tutto ciò che sapete non a non parlare".
Il preside nella lettera continua così: "Ho riflettuto a lungo durante questa dolorosa giornata e avverto la necessità di rivolgermi con queste righe agli studenti, alle famiglie e a tutto il personale scolastico. Ci tengo a riportare solo un pessimo esempio che ha reso questa tragica giornata ancora più difficile. Stamattina (il 14 ottobre, ndr) qualcuno ha dapprima diffuso la circostanza che un ragazzo armato era chiuso dentro la scuola, creando panico nell’intera città, tra studenti e famiglie, anche nelle scuole di primo grado e gettando così ombre su un ragazzo d’oro come Leonardo. Subito dopo la tragica notizia della sua morte – prosegue – è poi cominciata la caccia al bullo incolpando prima uno poi l’altro tra i ragazzi di questa e di altre scuole, senza che ci fossero effettivi indizi o verità che, del resto, non spetta a noi cercare, ma, semmai, alle autorità competenti. Questo è il dramma che si cela dietro alle comunicazioni sbagliate, alle mistificazioni e all’aprire bocca senza pensare. Ed è anche il dramma delle generazioni iper connesse che in un attimo possono bruciare l’anima e la vita di chiunque ne sia vittima. Vi prego tutti – l’appello del preside – riflettete su questo. Dobbiamo comunicare di più e meglio. Le parole sono preziose, quelle giuste, dette con spirito costruttivo possono curare. Quelle sbagliate, mosse da sentimenti negativi, possono creare ferite profonde che sanguinano senza fine".