
La pesca subacquea del mosciolo selvatico
Ancona, 17 luglio 2025 – Mosciolo selvatico di Ancona e Portonovo: “La pesca resterà aperta per i pescatori professionisti fino al 15 agosto, di norma chiudeva ad ottobre e resterà interdetta per i privati”. Decisioni condivise e armonie di intenti sono il risultato unanime dell’incontro che si è svolto ieri in Regione, convocato dall’assessore alla Pesca, Andrea Maria Antonini in accordo con il sindaco Silvetti, cui hanno partecipato i membri della Consulta regionale della Pesca e quelli del tavolo tecnico voluto da Silvetti. La decisione di questo incontro era stata presa, la scorsa settimana, da Antonini all’indomani della riunione della Consulta che aveva stabilito, dopo due rinvii, per il 1 luglio, l’avvio della pesca del mitilo selvatico per i professionisti e il divieto per i privati. Una decisione che aveva sollevato un coro di voci contrarie all’apertura della pesca tra cui quella determinante del sindaco Silvetti che riteneva fondamentale la chiusura del prelievo come indicato dai risultati scientifici elaborati dal tavolo tecnico dopo un anno e mezzo di lavori.
Ieri, dopo più di due ore di confronto, è stato emanato dalla Regione Marche un comunicato stampa condiviso da tutte le parti presenti alla riunione, associazioni di pescatori, Cnr, Università, Capitaneria di porto, Ispra e Slow Food: “L’obiettivo comune – recita la nota – è dare tempo alla natura di rigenerarsi e riorganizzare una gestione sostenibile con strumenti alternativi e aiuti economici per i pescatori. La Regione Marche infatti da parte sua ha accantonato 310mila euro di risorse per poter ristorare i pescatori costretti ad interrompere prima le loro attività”.
Nel comunicato si identificano le cause che sta vivendo il mosciolo selvatico “simbolo della biodiversità del Conero e Presidio Slow Food. Negli ultimi anni, studi scientifici, osservazioni dei pescatori e analisi ambientali hanno confermato una significativa riduzione della popolazione naturale del mitilo lungo la costa tra Ancona e Sirolo. Le cause principali sono da attribuire al cambiamento climatico, all’aumento della temperatura del mare, alla mancanza di ricambio generazionale”.
Soddisfatti di questo concetto i pescatori da sempre sostenitori che “non è la pesca professionale il nemico del mosciolo, che se non pescato muore, ma i cambiamenti climatici” cui è necessario rispondere con un programma articolato di interventi scientifici, amministrativi e ambientali “promossi dal Comune di Ancona, dalla Regione Marche, dall’Ispra, da Slow Food, dalla Politecnica e dal Parco del Conero alla quale anche i pescatori stessi collaborano”. Queste le soluzioni già in fase di sperimentazione: l’installazione di “casse nursery” sommerse che fungono da habitat protetto per le larve del mosciolo e favoriscono il ripopolamento della specie; l’uso di boe galleggianti dotate di strutture per il reclutamento larvale, al fine di aumentare le superfici disponibili per l’attecchimento, riducendo la pressione sugli scogli naturali”. Soddisfatto dei risultati dell’incontro il sindaco Silvetti che si dice “fiero e contento che il tavolo tecnico, messo in piedi 18 mesi fa, continui a lavorare con il coinvolgimento della Regione ed abbia trovato oggi, in armonia, il punto di incontro a fianco dei lavoratori e della ricerca scientifica. Grazie all’assessore Antonini per il suo impegno e la sua disponibilità”. Intanto, i pescatori della Cooperativa di Portonovo proseguiranno a raccogliere i mitili nei banchi artificiali della concessione al largo della Torre Clementina: quindi cozze e non moscioli.