
Dino Latini
L’anno nuovo è iniziato e gli osimani dovranno tornare al voto. Il leader delle Liste civiche da sempre Dino Latini oggi si racconta.
Sono stati mesi difficili per Osimo, come li ha vissuti?
"Molto difficili e vissuti con grande amarezza. Al primo turno abbiamo raccolto l’80 per cento dei voti necessari per andare al ballottaggio e al secondo turno abbiamo contribuito con il 60 ma fin dall’inizio dell’amministrazione comunale siamo stati considerati un peso da eliminare quanto prima. Abbiamo proposto invano un accordo che riconoscesse la nostra esistenza. Niente da fare. Si voleva le nostre dimissioni, costasse anche che a rimetterci fosse Osimo, come poi è avvenuto con le dimissioni del Sindaco volute e perseguite da moderno piccolo Nerone".
Cosa non ha funzionato?
"E’ mancata la fame di voler effettivamente amministrare da parte di tutti coloro che non hanno fatto la gavetta come noi negli ultimi 10 anni, la voglia vera di voler stare insieme su un progetto di cambiamento della città, l’assenza di collegialità".
Cosa avrebbero dovuto fare il sindaco Pirani e l’apparentato Antonelli per "salvare" Osimo?
"Il sindaco riconoscere la nostra esistenza politica, gli altri non soffiare sempre sul fuoco sulle divisioni".
Come vede lo scenario politico oggi a Osimo?
"Centrosinistra totalmente unito, il resto tutto frantumato, per questo parlo di piccolo Nerone che fuggendo ha lasciato sola la città e ha bruciato una generazione di politica. Non rinnego Pirani come sindaco e difenderò il percorso comune fatto con lui ma le sue dimissioni non si giustificano".
Come si posizionano le Liste civiche?
"L’attività del movimento è chiusa dal 7 novembre perché era stata preso l’impegno a fare un solo gruppo con tutti gli altri. Il tentativo è costruire una partecipazione corale a un nuovo progetto in cui non ci siano dimissioni, veti e pregiudizi. Le Liste non sono un tram ma un movimento politico".
Quale rapporto intercorre oggi con le forze di centrodestra cittadine?
"Con alcuni partiti il rapporto è buono, con altri ci si ferma ai saluti, ma anche quelli sono importanti, rispetto all’odio esternato gratuitamente da chi ha avuto visibilità dall’appartenenza alle Liste civiche".
Si vedrebbe di nuovo nella veste di sindaco?
"No. Vedrei un mio contributo in un polo civico riunito, collaborativo e propositivo, ma è un sogno, perché vedo prepararsi la convenzione a escluderci. In tal caso qualcuno dovrà farsi portavoce di chi ci ha votato".
Cosa ha perso e cosa rischia Osimo in questi 5 mesi di commissariamento?
"Ha perso la presenza dell’amministrazione come compagna costante della vita degli osimani, soprattutto nei momenti di necessità collettiva".
Il caso Osimo influirà sull’andamento della campagna elettorale per le regionali?
"Un po’, soprattutto se il panorama rimarrà frantumato. Io sono di centrodestra e rimango fedele alla mia linea".
Silvia Santini