Finale di stagione in grande stile per ‘Remember Disco Dance’. Stasera (ore 21) in piazza Miramare a Marcelli di Numana, con Dj Andrea Falcetelli e Monika Kiss (voice) ci sarà un ospite speciale, Gazebo. Sì, proprio lui, quello di ‘I like Chopin’ (ma non solo), una delle canzoni iconiche degli anni ‘80, capace di conquistare le vette delle classifiche di mezzo mondo. Il pubblico potrà riascoltarla, insieme agli altri brani più noti dell’artista.
Gazebo, come nasce quell’irresistibile pezzo?
"Dal successo precedente, ‘Masterpiece’, senza il quale non ci sarebbe stato ‘I like Chopin’. Nell’album serviva un lento, che di solito non veniva scelto come singolo. Così ebbi carta bianca, libero da imposizioni dei discografici. Io e Pierluigi Giombini, altro autore del brano, ci sbizzarrimmo, sicuri che la canzone non sarebbe stata importante. Ma la casa discografica se ne innamorò. Così dovemmo trasformarla un po’, usando l’elettronica, e creando il famoso arpeggio iniziale che la rese più ballabile. Non è una canzone banale, né dal punto di vista armonico né da quello del testo, che parla della Parigi dell’Ottocento, di Impressionismo e poeti maledetti, e della storia d’amore tra Chopin e George Sand".
Risultato: un trionfo.
"Fu il disco più venduto in Europa nel ’83. Ma andò in classifica anche in molti Paesi del mondo, dal Sud Est asiatico all’America latina, dal Giappone al Messico".
Tra i giovani c’è un boom della musica degli anni ‘80. Perché?
"Le sonorità degli anni ‘80 si sentono nel mainstream di oggi. I giovani non avvertono un ‘distacco’. Lo avvertono sul piano della forma canzone: la divisione in strofa e inciso, la melodia, A loro sembrano cose nuove. Noi prima scrivevamo le canzoni al piano o alla chitarra. Oggi con un pc o un iPad puoi fare tutto, magari partendo dalla ritmica come nell’hip hop. L’approccio è diverso".
Invidia i suoi colleghi di oggi?
"No, sono contento del mio background, che mi ha permesso poi di fare il produttore, la mia vera passione. Anzi, io mi definisco un chitarrista fallito e un cantante per caso. Nelle band finivo sempre a fare il frontman. Ma io volevo suonare la chitarra".
Raimondo Montesi