Panchina rossa davanti al municipio Nel mirino c’è il sindaco Costantini

Il simbolo della lotta alla violenza sulle donne dopo che il primo cittadino ha patteggiato per stalking

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Il sindaco Damiano Costantini ha patteggiato due anni per stalking, cadute nel vuoto le richieste di dimissioni arrivate dalla minoranza, ieri mattina è spuntata la provocazione. Una panchina in plastica bianca riverniciata di rosso, simbolo della lotta contro la violenza sulle donne è stata posizionata proprio davanti l’ingresso del Comune, in piazza Risorgimento. La ‘dimostrazione’ contro il primo cittadino in carica era accompagnata da un cartello che recitava così: ‘Quando le dimissioni assessori: Alcalini Andrea, Amicucci Cristina, Chiappa Eleonora, Favi Francesco e Togni Ettore?’ Qualcun altro ha posizionato un cartello ironico in risposta: ‘L’anno del c..". Sul posto sono arrivati gli agenti della polizia locale che, alle 11, hanno fatto rimuovere la panchina dopo aver chiesto le generalità di chi presidiava la panchina ed essersi accertati che non fosse stata rimossa quella installata dal Comune in viale Rinascita. Un’iniziativa pensata dall’associazione culturale L’Isola e da alcuni esponenti democrat tra cui l’ex sindaco Daniela Montali e l’ex assessore Antonio Moscatelli. "La panchina rossa posizionata questa mattina in piazza Risorgimento su nostra iniziativa – spiegano dall’associazione Culturale L’Isola - vuol essere un ulteriore richiamo all’impegno contro la violenza sulle donne. In più occasioni l’amministrazione comunale di Chiaravalle ha espresso la volontà di sostenere le donne nelle loro battaglie, in primis quella contro la violenza di genere ma gli atti, ad oggi, non sono conseguenti agli impegni assunti. Anni fa fu la stessa amministrazione comunale a collocare una panchina rossa riportante la famosa frase di Elie Wiesel a sostegno delle donne vittime di violenza quale testimonianza concreta degli impegni assunti. Ora che gli atti persecutori contro una donna (una ormai ex funzionaria comunale, ndr) coinvolgono il sindaco pare che quegli impegni tanto enfaticamente assunti siano passati in secondo piano, o dimenticati addirittura. La coerenza chiede ben altro. Se il sindaco conserva la sua posizione tetragona dovrebbero essere i suoi più diretti collaboratori, gli assessori, a farsi garanti degli impegni assunti contro la violenza di genere. La panchina rossa in piazza vuol essere una sollecitazione agli assessori ad assumersi la responsabilità politica di quanto accaduto e a prendere le distanze da chi si è reso colpevole di comportamenti sempre inaccettabili ma più gravi per il ruolo istituzionale di chi li ha compiuti".

Sara Ferreri