Per Mimmo le lacrime di una folla silenziosa

Un fiume di persone in via Maratta ai funerali di Contigiani, morto a 46 anni. Al Mati’s una raccolta fondi per aiutare la famiglia

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"È sempre triste salutare chi se ne va, specie se la partenza è per sempre". Così il sacerdote che ieri pomeriggio ha officiato la messa in suffragio di Fabrizio ‘Mimmo’ Contigiani. Gremita la chiesa del Sacro Cuore di via Maratta. In tanti, tantissimi, hanno voluto salutare per l’ultima volta il ristoratore anconetano di 46 anni morto l’altro ieri, dopo un ictus che lo ha colto d’improvviso il 2 agosto scorso, e stringersi attorno alla madre Anna Maria e al fratello Andrea costretto in carrozzina. Il malore che lo ha ucciso non ha impedito il prelievo degli organi, volontà che Mimmo aveva espresso in vita. L’intervento all’ospedale di Torrette è andato a buon fine e gli organi prelevati saranno impiantati per dare speranza ad altri pazienti. Un dolore composto, degno, quello espresso dai familiari e dagli amici di Contigiani che prima hanno atteso l’arrivo della salma all’esterno della chiesa del quartiere Adriatico e poi hanno affollato il Sacro Cuore. Tutti si sono tenuti dentro le parole che avrebbero voluto dire al defunto, nessuno è salito sull’altare per un saluto all’amico di tanti giorni, preferendo lasciare i pensieri più intimi ai social. È stata una cerimonia semplice, breve, silenziosa e carica di rammarico, soprattutto per chi conosceva bene Fabrizio Contigiani: "La nostra vita è come un libro, fino all’ultimo capitolo, poi si chiude e solo poi se ne comincia un altro" ha ricordato sempre il sacerdote che ha officiato il funerale. Neppure un posto libere tra le panche della navata centrale, tanti hanno preferito rimanere fuori. C’erano gli amici di una vita, i colleghi di gestori dei locali più importanti della città, dal Raval ovviamente che lui ha co-gestito, al Gnaaoo Gatti, passando per il Donegal e tanti altri.

C’erano alcuni compagni di squadra ai tempi della Stamura Basket, lui pivot spesso ripreso dagli allenatori perché ‘troppo buono’. All’uscita della bara portata a spalla, appena entrata nella pancia del mezzo che l’ha poi trasferita al cimitero di Tavernelle per la tumulazione, un caloroso applauso è stato l’ultimo saluto di Ancona a Fabrizio Contigiani. Una famiglia sferzata dai lutti: prima l’altro fratello Francesco, morto in un incidente stradale nel gennaio del 2021, adesso l’ictus che ha ucciso Francesco. Proprio alla famiglia è diretta un’iniziativa toccante e concreta lanciata dal Mati’s Cafè di via Torresi: "Non saranno mai abbastanza le parole e i gesti per confortare una famiglia colpita da così tanto dolore. Da oggi (mercoledì scorso, ndr.) fino a sabato sera al Mati’s Cafè di Ancona verrà istituita una raccolta fondi per la famiglia".