Saltamartini: "Torrette deve diventare un ospedale d'eccellenza"

L’assessore alla Sanità delle Marche svela il progetto per il nosocomio regionale: "Porte aperte a scienziati e luminari. Pronti ad alzare i salari per evitare le fughe del passato"

L’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini (foto Antic)

L’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini (foto Antic)

Ancona, 1 febbraio 2021 - Quando il Covid farà meno paura, gli ospedali continueranno a svolgere una funzione centrale. Ad Ancona oltre al regionale di Torrette e i due presidi specialistici (cardiologico Lancisi e pediatrico Salesi), c’è la sede centrale dell’Inrca, un fiore all’occhiello che sta conoscendo qualche problema. In particolare la situazione della chirurgia, chiusa e trasferita all’ospedale di Osimo dove però non esistono diversi reparti di collegamento. L’assessore alla sanità, Filippo Saltamartini, affronta questo nodo e al Carlino parla anche del futuro di Torrette.  

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Assessore Saltamartini, cosa sta accadendo all’Inrca? "La situazione è complessa, posso soltanto dire che la sua vocazione geriatrica deve tornare centrale e la sede principale dell’Inrca deve svolgere la sua funzione appieno. La popolazione invecchia sempre di più e servono risposte di qualità". E l’ospedale di Osimo, sempre Inrca? "La sanità di base è un’altra cosa, il territorio non c’entra. La mia volontà è vedere l’Inrca tornare ad alti livelli, per questo riporterò con forza qui l’asset Italia Longeva e il suo presidente Roberto Bernabei". Perché dei due plessi Inrca quello Covid resta quello del capoluogo e non pensate di cambiare? "Esiste un piano pandemico, redatto dalla vecchia giunta che all’epoca decise così". Questo piano non può essere modificato? "Non è così semplice". Ci sono notizie sul sito del futuro Inrca ad Ancona sud? "Si va avanti, sto personalmente col fiato sul collo affinché i lavori non si fermino ancora". Venendo a Torrette, come vede l’ospedale di Ancona nel futuro? "Come centro di altissima qualità che dovrà fungere da polo catalizzatore di tutta la regione e al tempo stesso capace di attirare pazienti da fuori". Scusi, ma questo accade già adesso, non è così? "In parte, l’ospedale di Torrette ha delle potenzialità incredibili, ma deve saperle mettere a frutto. L’asticella va alzata. Quel plesso sanitario non può essere un mercato, dentro Torrette non ci deve essere tutto, ci deve essere il meglio. Ecco, Torrette va sprovincializzato e reso un autentico fiore all’occhiello della nostra sanità". In passato si era ipotizzato di trasformare l’azienda Marche Nord a Pesaro in Dea di II livello, co me Torrette, lei cosa ne pensa? "Con me assessore non accadrà, Torrette resta unico Dea di II livello, non servono doppioni. Ripeto, va ulteriormente potenziato". E come pensa di farlo? "Riportando scienziati e luminari a casa, alzando la qualità anche con quei professionisti che per vari motivi se ne sono andati in passato. Bisogna pensare in grande, credo sia necessario aprire anche a professionisti dall’estero, i migliori nelle loro discipline". I medici difficilmente vengono a Torrette soprattutto a causa degli stipendi, tra i più bassi se messi a confronto con le altre aziende ospedaliere. La vecchia giunta aveva messo questo problema tra le priorità. "Se il medico è bravo va pagato, per questo sono favorevole ad innalzare il livello dei salari. Sarà una priorità anche per me".