"Sopralluogo" di Dante Ferretti alla Mole

Progetto per legare il nome del vincitore di tre Premi Oscar alla città dorica. Il Maestro del cinema si è raccontato al pubblico

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di Raimondo Montesi

Un nome celebre in tutto il mondo, il vincitore di tre Premi Oscar (e di un’infinità di altri riconoscimenti), un autentico Maestro del cinema potrebbe legare il proprio nome ad Ancona. Alla Mole, per la precisione, su cui lo scenografo e costumista Dante Ferretti, è di lui che parliamo, potrebbe ‘intervenire’ alla sua maniera. Sarebbe anche un omaggio a questo genio che il mondo ci invidia, come dimostra l’assoluta disponibilità nei suoi confronti da parte del Comune, rappresentato dall’assessore alla cultura Paolo Marasca e, dall’Università Politecnica delle Marche, che per bocca del professor Gianluigi Mondaini si dice "felice di collaborare" al progetto, che metterebbe insieme "le ragioni della bellezza e della tecnica".

Entrambi erano presenti ieri alla Mole per un incontro con Ferretti, moderato dal consigliere comunale di Macerata David Miliozzi, che in tempi recenti ha proposto di dedicare al Maestro, maceratese, una sorta di spazio espositivo e laboratoriale. Ma, come dice lo stesso Miliozzi, la figura di Ferretti va al di là dell’appartenenza cittadina, essendo "un simbolo del made in Italy nel mondo ". E’ anche un simbolo del ‘made in Marche’, regione a cui è straordinariamente legato. E quindi perché non Ancona, che della regione è capoluogo? Marasca parla di una sinergia tra "Comune, Università Politecnica delle Marche e Poliarte, con l’apporto di David Miliozzi. Vogliamo capire cosa ha in mente Dante Ferretti, se e come sviluppare insieme qualcosa". Ieri il tre volte Oscar ha effettuato un "sopralluogo" alla Mole. Cosa uscirà dalla sua mente eccezionalmente creativa ancora non è dato sapere. In compenso ieri il Maestro ha deliziato il pubblico ricordando alcune delle tappe più significative della propria carriera, iniziata proprio ad Ancona, con due film girati in contemporanea, ‘Le prigioniere dell’isola del diavolo’ e ‘Il giustiziere dei mari’ di Domenico Paolella.

"A Roma facevo l’Accademia d’arte, e di pomeriggio andavo da un architetto e scenografo, anche lui maceratese, Aldo Barbarossa, che un giorno mi propose di lavorare a due film, che in realtà doveva fare lui. Accettai. Avevo 17 anni. Ad Ancona avevamo degli enormi spazi alla Fiera della Pesca, dei capannoni che diventarono i nostri teatri di posa. Spesso ci rimanevo solo a lavorare. Lì girammo gli interni, gli esterni invece al Passetto, alle Due Sorelle". Ancona torna nei ricordi di Ferretti quando parla di ‘E la nave va’ di Fellini. Fu lui a presentare Trubbiani a Fellini. "Fu un bellissimo incontro". In mezzo ci sono gli incontri straordinari con Pasolini (‘Ho fatto nove film con lui, si fidava sempre di me. E’ stato il mio mentore’), Gilliam, Scorsese. Fellini lo volle per sei suoi film. "Mi chiamava Dantino, e voleva che gli raccontassi i miei sogni. Spesso li inventavo. Sì, avevamo un immaginario simile".