Stalking, tormenta un’avvocatessa Condannato per quell’amore malato

Due anni a un 49enne che si era invaghito della professionista al punto da incendiarle l’auto sotto casa. Le mandava messaggi anche quando era ai domiciliari per un precedente caso di stalking a suo carico

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di Marina Verdenelli

Si era invaghito di lei al punto di ossessionarla con regali, appostamenti, cartoline, messaggi e inseguimenti anche quando era in compagnia della figlioletta. Un amore malato, mai corrisposto, che anche di recente lo avrebbe portato a compiere un gesto estremo: incendiarle l’auto sotto casa. Era luglio scorso. Dopo denunce e misure cautelari attuate, gli atti persecutori sono finiti con una condanna a due anni, per stalking, per un uomo anconetano, 49enne. L’imputato è accusato di aver preso di mira un’avvocatessa anconetana che ha meno di 40 anni. Il verdetto è arrivato lunedì mattina, in abbreviato, davanti alla gup Francesca De Palma. La vittima era parte civile con l’avvocato Paolo Tartuferi e chiedeva un risarcimento danni di 50mila euro per quanto patito.

L’imputato, difeso dall’avvocato Stefano Radovani, ha negato di aver fatto del male alla vittima parlando solo di amicizia invadente. Una perizia psichiatrica, fatta fare dal giudice, ha evidenziato che il 49enne è parzialmente capace di intendere e di volere e quindi poteva stare a giudizio. Lo psichiatria ha individuato nell’imputato una patologia borderline e quando avrà finito di scontare la pena (attualmente è in carcere a Montacuto) sarà condotto in una Rems, una struttura sanitaria di accoglienza per chi è affetto da disturbi psichici. Il periodo dello stalking è durato quasi un anno, dal settembre del 2021 fino a questa estate con il tentativo di incendiarle l’auto parcheggiata sotto casa. L’imputato è accusato di aver molestato e minacciato la donna inviandole messaggi insistenti sia tramite cellulare che tramite posta elettronica. Non solo le avrebbe spedito anche cartoline virtuali, tramite internet, con un corteggiamento sopra le righe e comunque da lei sempre rifiutato. La vittima non sarebbe stata più libera di uscire di casa senza trovarselo davanti, anche quando era da sola con la figlia piccola. Il 49enne si sarebbe appostato lungo la strada per aspettarla e avvicinarla per parlare o per darle dei regali che lei rifiutava. Una condotta questa messa in atto mentre l’uomo aveva già una misura da scontare ai domiciliari) per una precedente condanna per stalking contro il condominio in cui abitava (tormentato per sette anni). L’avvocatessa era talmente terrorizzata che era arrivata ad installare delle telecamere sotto casa, temendo per la sua incolumità e per quella dei suoi familiari, figlia e compagno. Esasperata si era poi rivolta alla polizia per denunciare lo stalker. Il 49enne era stato sottoposto ad un divieto di avvicinamento, non doveva stare a meno di 500 metri dalla donna ma ha continuato ad importunarla così era stato messo in carcere. Il gip evidenziato una ossessione patologica coltivata pericolosamente nonostante la vittima lo aveva diffidato più volte. La difesa attenderà l’uscita delle motivazioni, tra 30 giorni, prima di valutare un ricorso in appello.