Strage di Corinaldo, tre anni dopo la tragedia in discoteca. Cosa è successo

Quella maledetta notte tra il 7 e l'8 dicembre 2018, alla Lanterna Azzurra, morirono 6 persone: 5 ragazzini e una giovane mamma

Strage di Corinaldo: sono passati tre anni

Strage di Corinaldo: sono passati tre anni

Corinaldo (Ancona), 8 dicembre 2021 - Quella maledetta notte fra il 7 e l’8 dicembre 2018, Corinaldo non potrà mai dimenticarla. E non solo Corinaldo e le Marche, ma nemmeno il resto d'Italia. Alla discoteca Lanterna Azzurra centinaia di ragazzini assiepati stavano aspettando il loro idolo, Sfera Ebbasta. Il rapper non arrivò mai e quella notte si consumò una delle più terribili tragedie del nostro Paese: sei morti, 5 ragazzini e una giovane mamma, oltre 200 feriti. Le urla, il panico, il sangue e tante lacrime. All’interno del locale una banda di ragazzi aveva spruzzato spray al peperoncino, con il preciso intento di creare il panico e derubare i presenti. 

Con l’aria irrespirabile scattò il fuggi fuggi generale e incontrollato. Da una uscita laterale si riversò un'orda improvvisa di persone terrorizzate: il ballatoio non resse e crollò, travolgendo tutto, compresi i sogni e il futuro di quei poveri ragazzi.

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Asia Nasoni
Asia Nasoni

Le sei vittime

Persero la vita Asia Nasoni, 14anni; Daniele Pongetti 16; Benedetta Vitali, 15; Matttia Orlandi, 15; Emma Fabini, 14 ed Eleonora Girolimini, 39, che aveva accompagnato la figlia al concerto. 

Fazio Fabini, papà di Emma, ha pubblicato un libro su quella vicenda: il volume si intitola ’I ricordi non salvano le lacrime’ e vuole ricordare Emma, dando voce ai suoi racconti, pagine di diario, testi scolastici. Il libro contiene anche i drammatici momenti di quella maledetta notte.

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La banda dello spray: l'Appello a gennaio 2022

Condannati in primo grado, torneranno davanti ai giudici, quelli della Corte di Appello, i ragazzi della Bassa Modenese, considerati i membri della banda dello spray. L’udienza per il secondo grado di giudizio è stata fissata per il 13 gennaio 2022, a tre anni dai fatti che hanno cambiato la vita di tante famiglie. In primo grado erano stati tutti condannati il 30 luglio del 2020, in abbreviato, dalla gup di Ancona Paola Moscaroli.

Una sentenza che era arrivata quasi due anni dopo dopo i fatti. Il gruppetto dei sei aveva scelto il rito abbreviato prendendo una pena complessiva di oltre mezzo secolo: 68 anni e 8 mesi di carcere. Le pene maggiori sono state inflitte ad Ugo Di Puorto (il capo), colui che avrebbe premuto il dito sul pulsante della bomboletta al peperoncino rinvenuta poi in sala (c’era il suo dna sul tasto), e al suo amico e braccio destro Raffaele Mormone, con 12 anni e 4 mesi di carcere ciascuno. Pene più lievi per Andrea Cavallari, 11 anni e 6 mesi, Moez Akari, 11 anni e 2 mesi, Souhaib Haddada, 10 anni e 11 mesi. Per tutti i reati riconosciuti erano stati omicidio preterintenzionale, lesioni personali anche gravi arrecate ai feriti e singoli episodi di furti e rapine. In primo grado era caduta l’accusa di associazione a delinquere. A fare appello è stata sia la Procura, che mira ora a far riconoscere anche l’associazione a delinquere, che le difese, che mirano ad una assoluzione o ad una diminuzione di pena per gli imputati.

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Il processo bis

Voleva costituirsi parte civile ma invece potrebbe essere chiamato a risarcire in solido vittime e feriti al pari degli imputati in caso di condanna. Il Comune di Corinaldo. L’ente è stato infatti citato come responsabile civile, insieme al ministero dell’Interno, Asur, Unione dei Comuni Misa e Nevola e la società "War private security", che si occupava di sicurezza nel locale la sera della tragedia. E’ emerso nell’udienza preliminare del 30 settembre scorso, dove in 19 (18 persone fisiche tra cui il sindaco di Corinaldo Matteo Principi e la società Magic) sono accusati a vario titolo di cooperazione in omicidio colposo plurimo, le lesioni e il disastro colposo oltre al falso ideologico in atto pubblico e l’apertura abusiva di un luogo pubblico.

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Il filone due della maledetta notte del 7 dicembre 2018, relativo ad accertare la responsabilità sulla sicurezza della discoteca e il rilascio dei permessi che hanno portato la struttura a restare aperta nonostante le carenze strutturali. Respinta la costituzione di parte civile del Comune di Corinaldo, non ben accolta dai parenti delle vittime, avanzata "su decisione della giunta e non mia personale", ha precisato il sindaco Principi, arrivato in tribunale. 

Anche la costituzione di parte civile della Magic è stata respinta, accolte invece tutte le altre, una cinquantina tra vittime, feriti e il Codacons. L’udienza è stata aggiornata al 16 dicembre. Stando a quanto preannunciato alla gup in 5 hanno scelto l’abbreviato, sono il dj Marco Cecchini (organizzatore dell’evento della serata) con i 4 proprietari dell’immobile, Alberto, Letizia e Marco Micci insieme a Mara Paialunga. In tre propendono per il patteggiamento: Francesco Bartozzi, amministratore unico della Magic, Alessandro Righetti, addetto alla uscita di sicurezza dove crollarono le balaustre e Gianni Ermellini, responsabile della security. Gli altri, compreso il sindaco Principi, affronterebbero il rito ordinario in caso di rinvio a giudizio. Un processo che non si aprirebbe prima del 2022, ben quattro anni dopo la strage.