RAIMONDO MONTESI
Cronaca

Sul grande schermo c’è "Portuali" della regista jesina Perla Sardella

Arriva al cinema per la prima volta nelle sale delle Marche ‘Portuali’ di Perla Sardella, regista originaria di Jesi, autrice...

Un momento del film

Un momento del film

Arriva al cinema per la prima volta nelle sale delle Marche ‘Portuali’ di Perla Sardella, regista originaria di Jesi, autrice del documentario che racconta l’attività e le battaglie dei lavoratori del porto di Genova raccolti sotto la sigla autonoma C.A.L.P. (Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali) e gli scioperi contro ‘le navi delle armi’. Il film sarà in sala ad Ancona, domani (ore 21) al Cinema Azzurro di Ancona e sabato 3 maggio al Cinema Il Piccolo a Jesi, sempre alle alle 21, con la regista presente in sala per incontrare il pubblico). Il documentario, distribuito in Italia da OpenDDB e prodotto da Berenice Film, dopo l’anteprima mondiale al 65° Festival dei Popoli è ora in tour nelle sale, e non solo. ‘E’ un film nato dalla volontà di esporsi all’irriducibile flagranza della lotta – racconta Perla Sardella - innescando un corpo a corpo con la realtà dove il cinema rinunciasse a strategie affrettate. Trovandomi a confronto con un gruppo interamente maschile, ne ho offerto un ritratto da una prospettiva inattesa, quella della parola, che qui è materia, ritmo, motore di un’azione volta al cambiamento’. I camalli si riuniscono in assemblea per discutere sulle difficoltà nel rapportarsi con il sindacato, per denunciare il passaggio delle navi che trasportano armamenti ed esplosivi destinati ai teatri di guerra, per ragionare sulla necessità di fare rete e includere un approccio intersezionale nel loro agire politico. Il documentario racconta le giornate dei lavoratori portuali e il mondo sindacale dall’interno, in uno spaccato delle attività del C.A.L.P. tra il 2019 e il 2023. Gli scioperi contro la nave delle armi hanno portato il collettivo a chiedersi che forma possa avere un sindacato più attento alle istanze del presente, dalle richieste di maggiori diritti e sicurezza sul posto di lavoro alla vicinanza a tematiche di genere, ambientali, sociali, nella necessità di convergenza e unione delle domande sociali. Dall’antimilitarismo al dialogo con gli altri portuali del Mediterraneo, il documentario racconta il sogno di dare forma a un mondo diverso, e il prezzo che questa ricerca comporta. Tra le immagini passano costantemente i primi piani in assemblee, la ritualità della vita in comune e riprese d’archivio, elementi che rimettono al centro il lavoro e il conflitto come primo motore di cambiamento nella Storia.