Ancona, tamponi troppo rapidi: denunciati due farmacisti a Senigallia

Facevano test a raffica, impiegando appena 4 minuti per ciascuno: guadagni alle stelle, ma risultati inattendibili

Due farmacisti denunciati a Senigallia

Due farmacisti denunciati a Senigallia

Senigallia (Macerata), 2 febbraio 2022 - Tamponi rapidi, ma decisamente troppo: con questa accusa due farmacisti sono stati denunicati dalla Fiananza: hanno 32 e 48 anni e sono i titolari di una farmacia di Senigallia. Secondo le accuse, infatti, impiagavano appena "una media di tre-quattro minuti per ogni esame effettuato, fornendo anche la relativa risposta al cliente". E con questi ristrettissimi tempi, i green pass rilasciati non possono che essere irregolari perché il risultato non è attendibile. E infatti, nel periodo sotto esame, nessun test è risultato positivo.

A insospettire le Fiamme gialle è stato l'anomalo afflusso alla farmacia in questione. Nella sostanza - spiegano i finanzieri - le attività investigative permettevano di rilevare che nell'esecuzione dei tamponi non venivano rispettate le specifiche procedure previste per la raccolta dei campioni e la loro successiva preparazione e analisi, che sono stabilite dal produttore del test e certificate per legge.

In particolare, i finanzieri rilevato il tipo e la marca dei tamponi utilizzati per il rilascio dei "green pass", constatavano, nell'ambito delle indagini preliminari in corso, che il personale della farmacia attenzionata impiegava soltanto una media di tre-quattro minuti per ogni esame effettuato, fornendo anche la relativa risposta al cliente, mentre i previsti tempi d'esecuzione, che consentono una idonea reazione chimica, sarebbero dovuti essere di non meno di 15 minuti ai quali va aggiunto il tempo necessario al prelievo.

In tal modo, veniva realizzato un numero di test a pagamento di molto superiore alle effettive capacità, massimizzando così il numero di clienti serviti, a potenziale discapito della genuinità dei risultati dei tamponi che, così come realizzati, non erano in grado di poter certificare con certezza la negatività o meno al Covid-19, con il pericolo di lasciar circolare liberamente persone invece potenzialmente positive, a rischio della salute dei clienti sottoposti a tampone e dei loro familiari soprattutto se anziani o soggetti vulnerabili.

Nei casi esaminati i prelievi del campione biologico venivano registrati a sistema indicando un orario antecedente a quello effettivo di esecuzione, così da non risultare eccessivamente a ridosso dell'orario di rilascio del relativo "green pass", riuscendo quindi a rispettare, almeno sulla carta, le tempistiche previste dalla normativa per il regolare esame dei tamponi.

O reati di cui sono accusati i due farmacisti sono falso ideologico in certificati commesso da persone esercenti un servizio di pubblica necessità e inadempimento di contratti di pubbliche forniture, oltre che per indebita percezione di contributi a carico dello Stato.