Un anconetano a bordo della nave "salva immigrati" di Emergency

Roberto Maccaroni, 45 anni, ex infermiere al pronto soccorso di Torrette è salpato da Genova per la Libia "Abbiamo un obiettivo chiaro, salvare vite umane. Qualcuno lo deve pur fare, c’è chi rischia di naufragare"

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"C’è tanta gente in Libia pronta a partire a causa delle drammatiche condizioni di vita riservate ai migranti. Il nostro compito è essere pronti ad aiutare, lo vogliamo fare, lo dobbiamo fare". C’è un anconetano, con un duplice incarico di leadership e operativo al tempo stesso, a bordo della nave Life Support messa in acqua di recente da Emergency. Si tratta di Roberto Maccaroni, 45 anni, ex infermiere al pronto soccorso di Torrette e ora definitivamente membro dell’organizzazione fondata un quarto di secolo fa da Gino Strada, dopo aver svolto tantissime missioni in giro per il mondo. Dalla Sierra Leone all’Afghanistan, dallo Yemen al Sudan e ora in mare nelle acque Sar (Search and rescue) libiche per salvare vite. Mercoledì la nave di Emergency è salpata dal porto di Genova per la sua prima missione nel canale di Sicilia dopo l’acquisizione del natante, avvenuta alcuni mesi or sono. In meno di due giorni la Life Support ha raggiunto la zona Sar: "È stato un viaggio abbastanza lungo da Genova e le condizioni meteomarine qualche apprensione ce l’hanno data, ma noi abbiamo un obiettivo chiaro da raggiungere: salvare vite _ racconta al Carlino Maccaroni a bordo della nave bianca e rossa, i colori di Emergency identici a quelli del capoluogo dorico _. Al momento (ieri pomeriggio, ndr.) ci troviamo davanti alla costa occidentale libica, più o meno di fronte alla città di Zuara (una città chiave per le partenze dei migranti verso l’Italia che si trova a metà strada tra la capitale Tripoli e il confine tunisino a ovest, ndr.). Nell’area Sar al momento ci sono tre navi internazionali dedicate al salvamento, compresa la nostra, e altrettante, se non di più, invece lontane dopo aver svolto delle missioni analoghe. Stiamo pattugliando la costa delle Libia in attesa di una segnalazione attraverso i sistemi consueti di allarme. Perché lo vogliamo e lo dobbiamo fare? Semplice, perché non essendoci dal punto di vista istituzionale nessuna organizzazione dedicata ai soccorsi in mare qualcuno lo deve pur fare. È importante per noi, come per altre organizzazioni, offrire questo servizio per dare assistenza a chi rischia di naufragare nel Mediterraneo. Si tratta di un progetto a cui Emergency lavorava da tanti anni e che adesso si è realizzato anche sotto il profilo operativo. Ci teniamo molto tutti, io compreso". Come ricordato all’inizio, Maccaroni a bordo della Life Support sta svolgendo due mansioni e coprendo altrettanti incarichi: "Attualmente copro la posizione di uno dei due infermieri a bordo, un ruolo operativo che mi è caro, e in più sono responsabile sanitario dell’attività Sar di Emergency". La prima missione per Maccaroni dovrebbe terminare entro la fine dell’anno, ma il condizionale resta d’obbligo.

Pierfrancesco Curzi