Ancona, chiude lo storico Nova. "Qui ormai è tutto morto e aprono solo i kebab"

Dopo l’addio alla Galleria Dorica, stop anche allo store sulla Statale 16. Il titolare Lucio Clementi spiega: "Siamo al capolinea, è ora della pensione Purtroppo non vedo futuro da un punto di vista commerciale, manca qualità". Liquidazione totale con ribassi dell’80%

Da destra, i titolari: Lucio Clementi, la sorella Susanna e il marito Maurizio

Da destra, i titolari: Lucio Clementi, la sorella Susanna e il marito Maurizio

Ancona, 10 novembre 2023 – Si spengono le luci di uno degli storici negozi di Ancona: addio a ´Nova Idea Luce´. Il titolare, Lucio Clementi: "Siamo al capolinea, è ora di andare in pensione. La città? Che vuole che dica. Sta morendo".

Chiuderà a fine anno il punto vendita sulla statale 16, davanti a Decathlon. Idea Luce, nata ad Osimo nel ’76 ha fatto la storia dell’illuminazione dorica. "Dal 1988, mi ero trasferito ad Ancona, in via Villafranca, con il progetto ´Nova´.

E 10 anni fa, nel 2013, la fusione nel concept store di Osimo, dove dal punto di vista commerciale sono nato". Un’attività di famiglia iniziata con Mario Clementi e portata avanti dai figli, Lucio e Susanna (col marito Maurizio): "A mia figlia e mia nipote consiglio di fare altro, come stanno facendo. In Italia, ormai, aprono solo kebab, ristoranti, pizzerie e gelaterie. Il resto è morto".

In tutti questi anni l’azienda ha seguito l’evoluzione tecnica del mondo della luce aprendosi al design e facendo ricerca. Molte le collaborazioni coi leader di settore, architetti e professionisti:

"Vorrei ringraziarli uno ad uno. Così come i nostri clienti, a loro voglio bene, ci hanno sempre seguito. La mia idea, dopo aver abbassato la saracinesca, è quella di continuare consulenze o collaborazioni – fa Lucio – Chiudiamo con serenità e leggerezza, senza rammarico né polemiche. Nel tempo, il commercio è cambiato parecchio. Già 10 anni fa, Ancona cominciava ad essere tagliata fuori dal mondo del commercio della regione. Porto Recanati, Civitanova e Senigallia attraggono gente, anche per le migliori infrastrutture. La nostra autostrada, invece, ci ha tagliato fuori, ma con Fabriano lavoravamo parecchio. Per anni, qui, non c’è stato nulla, nessuna capacità di programmazione neanche dal punto di vista culturale. E per ogni anno che passa senza attrazioni, l’anno dopo devi sforzarti il triplo, altrimenti ci si assuefà e la gente emigra. Vado in pensione perché non vedo futuro dal punto di vista commerciale, siamo martoriati dalle tasse.

E pensare che gli stabilimenti di Portonovo pagano pochissimo a fronte di guadagni enormi. È lo Stato che non funziona – riflette Clementi – Nel suo piccolo, Ancona deve tornare ad essere un capoluogo di regione. Al porto, non si fanno più eventi da anni, Portonovo è gestita da poche persone, ogni estate c’è l’assalto di auto, serve intervenire in modo adeguato. Di contemporaneo, qua, c’è solo il Museo della città (in cui feci una mostra), che ora è un racimolo di lamiere, e l’ascensore di palazzo degli Anziani, sporco e senza luci. È tutt’un cantiere, un’incompiuta. Guardi via XXIX Settembre, il Verrocchio, il Lazzaretto. La precedente amministrazione aveva messo quattro seggiole all’anfiteatro, ridotto alla malora. Io ci tengo davvero al centro storico di Ancona. Ogni volta che passo in piazza Stracca mi piange il cuore".

Clementi, esperto commerciante, è stato anche in Galleria dorica dal 2018 al 2021: "Non ci sono più negozi di qualità, in centro non c’è nemmeno un fioraio. Cosa siamo diventati? Leroy Merlin, alla Baraccola, ha fatto più danni di Ikea, avendo una maggiore offerta. E a rimetterci sono le piccole imprese locali. I giovani, con poca cultura e niente soldi, comprano velocemente ciò che è economico. Alla qualità – conclude – non pensa più nessuno".

La chiusura dello store è prevista entro l’anno. Da oggi, liquidazione totale con ribassi dell’80%.