Ansiosi, populisti, tossici di social. Ecco chi scatena la rivolta no vax

Otto denunciati dopo il blitz in piazza a Milano. L’identikit dei ribelli che ora minacciano di bloccare i treni

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Con l’avvicinarsi della fatidica data del primo settembre, solo l’ultima delle scadenze fissate in questa infinita emergenza Covid, tornano di moda le rivolte no vax, no Mask o no Pass che sia. Tra 48 ore il Green pass diventerà obbligatorio in altri momenti chiave della quotidianità, dalla scuola ai mezzi di trasporto, così il countdown è cominciato e il popolo contro "la dittatura sanitaria" affila le armi. Dopo il blitz sotto casa del sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, ora viene annunciato il blocco delle linee ferroviarie. Ma da chi sono composte queste piazze rabbiose, che si infiammano a Milano, come a Napoli e Roma? Provando a entrare nel cuore delle proteste si scopre un intreccio sociodemografico caotico, tanta fragilità, ansia e insicurezza. Il popolo del ’no’ si scaglia contro "il passaporto di schiavitù, l’obbligo vaccinale, la truffa Covid e la dittatura". Sfuma nei negazionisti, parla delle Big Pharma e di una cospirazione delle multinazionali per guadagnare sulla pelle dei cittadini vaccinati.

Ma il fenomeno include anche gruppi o singoli che non vogliono inquadrarsi come anti vaccini e motivano il "no" ai farmaci con appelli alla "libertà di scelta" o all’obiezione di coscienza. Si va dalle migliaia di operatori sanitari contro l’obbligo vaccinale fino ai dubbi di fasce della popolazione che non si ritengono documentate per la somministrazione. Quelli no vax sono gruppi che nascono spontaneamente su Telegram e su Facebook. Di queste community, ne esistono migliaia: grazie ai social possono interagire e organizzarsi. E soprattutto darsi supporto a vicenda. A volte sponsorizzano eventi pubblici e affermano di partecipare a una mobilitazione globale, il World Wide Demonstration. Alla guida, o come modelli dei movimenti, ci sono anche simpatizzanti dei partiti di centrodestra.

Il no vax tipico ha, comunque, attraversato gli schieramenti di sinistra e di destra, non trovando il proprio centro di gravità permanente. Ma ora si dice affascinato da Salvini e Meloni, che – non a caso – sono contro il Green pass o l’obbligo vaccinale. Sul piano delle preferenze politiche, spiega un sondaggio Ipsos, le percentuali più alte di contrari al vaccino sono tra chi – appunto – si dichiara elettore della Lega (14%) e di Fratelli d’Italia (10%), mentre le quote più alte di indecisi sono tra gli elettori di Forza Italia e dei partiti minori di centrodestra.

La Sicilia è il serbatoio più florido dei no vax italiani, ma all’interno ci sono scelte molto variegate. L’ideologia e il rigetto dell’antidoto non sono preponderanti nelle scelte di queste persone tra i 40 e i 60 anni. Il motivo che spinge a scendere in piazza è la sfiducia nei confronti dell’autorità e lo scollamento col corpo sociale. Scetticismo, paura o mancanza di fiducia nello Stato. Ecco cosa c’è dietro alle piazze rivoltose, l’onda populista assaporata con l’esplosione recente dei 5 Stelle. Le contraddizioni sono il pane quotidiano di questa moltitudine di individui: urlano libertà, ma aggrediscono (anche solo verbalmente). Ieri a Milano due persone sono state indagate e altre sei denunciate per la manifestazione contro l’obbligo vaccinale e il Green pass nel corso della quale il gazebo del Movimento 5 Stelle è stato rovesciato ed è scoppiata una lite in strada, conuna giornalista di Rainews ferita.

Oltre che nell’isola siciliana, lo zoccolo duro dei no vax italiani si annida in Sardegna, Calabria, Trentino, Piemonte e Toscana. Un sondaggio Ipsos illustra che i contrari al vaccino rappresentano l’11% della popolazione con un reddito elevato, il 5% di quella con un reddito medio e l’8% di quella a basso reddito. Tra i favorevoli al vaccino prevalgono i laureati, gli elettori di centrosinistra e le persone che si informano sui quotidiani. "È importante distinguere i no vax dagli esitanti vaccinali", spiega Annalaura Carducci, dell’Osservatorio comunicazione sanitaria dell’Università di Pisa. "I no Vax credono che i vaccini facciano del male o che siano un complotto: la loro è una convinzione così radicata da essere una fede". Quello che veramente riduce d’adesione alle vaccinazioni, conclude Carducci, "è l’esitazione vaccinale, cioè quella situazione in cui una persona è piena di dubbi e incertezze motivate dal fatto che decidere sulla propria salute è una cosa che vorrebbe fare con grande convinzione".