Firenze, Caffè San Marco: energia come oro. 'Bolletta da 22mila euro: è la fine'

Il titolare appende i costi in vetrina: 'Impossibile andare avanti così'. La mobilitazione degli esercenti

Il titolare del Caffè San marco appende i costi in vetrina

Il titolare del Caffè San marco appende i costi in vetrina

Firenze, 25 agosto 2022 - Quando ha aperto la cassetta della posta e ha tirato fuori la busta Gualserio Zamperini quasi non credeva ai suoi occhi. Si è seduto al tavolo e ha controllato a uno ad uno i numeri. Poi che l’indirizzo di destinazione fosse il suo. Nessun errore, la bolletta da 22.105.96 euro, a fronte di 4.890,13 euro del luglio 2021, è proprio la sua, quella del Caffè San Marco.

Zamperini ha così esposto entrambi i bollettini in vetrina con un duro attacco: «La politica? Assente, impotente o connivente? Io non voto" recita la scritta rossa lasciata sul foglio bianco. "Assente perché chi ci governa lo è sempre stato – prosegue -, impotente perché il problema è sotto gli occhi di tutti e nessuno riesce a trovare una soluzione, connivente perché anche un bottegaio come me ha capito che c’è qualcosa che non funziona".

Zamperini è amareggiato. Non vuole assolutamente che sia lui a chiudere il secondo Caffè più antico della città, dal 1870 in piazza San Marco. "Sono dietro questo bancone dal 1984 – sussurra – e ho investito tutta la mia vita in questo locale. Mi fa male il cuore ma purtroppo cifre del genere sono insostenibili e se nessuno farà qualcosa saremo costretti a chiudere". Zamperini proprio non se lo spiega: stessi orari, stesso locale. "Come è possibile un aumento del genere? C’è una speculazione..." dice.

Il caro bolletta si aggiunge alla mancanza di personale ("Si sono presentati solo persone che percepiscono reddito di cittadinanza e che mi hanno chiesto di lavorare a nero" le sue parole") e all’incremento vertiginoso delle materie prime. "Da anni compro gli stessi prodotti – prosegue – che mi sono arrivati a costare anche il 40% in più. Poi, dal primo settembre, dovrei smontare il mio dehors che vale il 40% degli incassi, per i lavori della tramvia. Io sono assolutamente favorevole, sia chiaro, ma per noi sarebbe importante lavorare nel mese di ottobre. Ci darebbe una boccata di ossigeno". Il titolare del Caffè San Marco punta anche il dito contro le scelte "scellerate" fatte nel corso degli anni: la chiusura di via Martelli "che ha trasformato via Cavour in una periferia" e lo spostamento dal centro di una serie di servizi. "Oggi ci sono 14 fondi vuoti, un numero che potrebbe salire" si sfoga.

Intanto parte da Firenze l’iniziativa lanciata dalla Confcommercio Toscana per invitare tutti gli esercenti ad esporre al pubblico, nelle vetrine delle proprie attività, le bollette del 2022 a confronto con quelle del 2021. Una iniziativa per testimoniare, nero su bianco, l’enorme incremento dei costi di energia e gas, addirittura triplicati – o peggio –- nel giro di pochi mesi. Il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni è chiaro:

«Tra aumenti delle bollette, inflazione e calo dei consumi, ci sono tutte le condizioni per un default: un’azienda su tre è a rischio chiusura". Secondo i vertici della Confcommercio Toscana, l’unica soluzione nell’immediato potrebbe essere quella di sollevare le imprese da alcuni carichi: "non ci servono nuovi sostegni, inutile erogare aiuti quando poi quello che ci viene dato da un lato ci viene tolto subito dopo dall’altro – dice il presidente Aldo Cursano – meglio sgravare i bilanci da alcuni pagamenti obbligatori, come quelli legati all’Iva".