Con le vacanze ci giochiamo la ripresa. In Europa è corsa a sfilarci i turisti

Atene ha riaperto il 14 maggio, Madrid e Parigi pronte il 7 e il 9 giugno: l’obiettivo è anticipare il green pass europeo. Il ministro Garavaglia: "Fiduciosi, andrà bene". Ma gli albergatori sono in allarme: siamo partiti in ritardo, lo pagheremo

Secondo l’Enit i visitatori nazionali e internazionali saranno più dell’anno scorso

Secondo l’Enit i visitatori nazionali e internazionali saranno più dell’anno scorso

Grecia, Spagna e Francia tentano l’assalto ai nostri turisti. La prima ha riaperto ufficialmente il 14 maggio e ha puntato fortemente sulle isole Covid free, la seconda riaprirà dal 7 giugno, la terza dal 9 giugno: tutte cercano di anticipare il ’green pass’ europeo e acquisire il più possibile prenotazioni. Certo è che comunque l’anno che verrà sarà ancora complicato per tutti. Basti pensare che la Spagna punta sì di toccare quest’anno i 45 milioni di turisti, ma questi sono solo il 55% di quanti ne ebbe nel 2019. "Siamo fiduciosi che sarà una grande estate" promette il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia. Ma i numeri sono ancora lontani rispetto al pre-Covid.

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A fare in punto è l’Enit, l’agenzia nazionale per il turismo. "Per il 2021 – scrive – si prevede che il numero totale dei visitatori, nazionali e internazionali, sarà inferiore del 34% rispetto al 2019, in risalita rispetto al -55% del 2020. Questo equivale a una perdita di 39 milioni di visitatori rispetto al 2019, con 132 milioni di pernottamenti in meno e una spesa turistica totale inferiore di 47 miliardi di euro, a fronte di un 2020 che aveva visto un calo di 92 miliardi di euro. Per il 2021 la previsione è -29 milioni di arrivi internazionali (-45% rispetto al 2019) e -9 milioni domestici (-19%). Per il turismo internazionale l’Italia farà meglio della media europea (-48%), leggermente meglio di Croazia (-46%) e Portogallo (-49%), alla pari di Turchia e Spagna (-45%) e peggio di Grecia (-44%) e Francia -42%)". È tuttora dura.

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Nel secondo trimestre 2021 la saturazione delle strutture ricettive è solo del 16.6% in Italia, dell’8,7% per la Spagna, del 4,7% per la Grecia e del 3,1% per la Francia. E nel terzo trimestre le prenotazioni sono ancora in alto mare, pur se da qualche giorno sono in netto aumento: in Italia il tasso di saturazione è per ora appena dell’8,8%.

"Siamo in risalita, con una ripresa del mercato di prossimità, che per noi vuol dire anche paesi europei vicini come Austria e Germania, ma ancora lontana dai livelli da record del 2019 – osserva Giovanni Bastianelli, direttore generale Enit –. Quello che manca sono i turisti stranieri, in particolare quelli che vengono da Oltreoceano, dalla Russia, dall’Oriente. Per tornare ai livelli record dobbiamo quindi aspettare che riprenda anche il turismo di lunga percorrenza. Nel 2022 gli scenari di flusso indicano una ripresa fino al -7% rispetto al 2019 e solo nel 2023 si potranno superare leggermente, +3%, i volumi del 2019".

"Sicuramente il 2021 sarà una stagione migliore di quella 2020 che è andata benino nelle destinazioni che vivevano di turismo nazionale – osserva Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi – ma è stata una tragedia per quel che riguardava viceversa le destinazioni che vivevano di turismo internazionale, in primis le città d’arte. Negli ultimi giorni vediamo una ripresa dai mercati internazionali, una ripresa lenta, che va su agosto, settembre e ottobre. Rispetto a Paesi come la Grecia siamo partiti in ritardo nelle riaperture al turismo e questo lo pagheremo nella stagione estiva: torneremo a giocare ad armi pari da settembre in poi".

"Una cosa è certa – aggiunge Bocca – senza gli americani, i russi, i mediorientali, alcune destinazioni fanno fatica. Quello che deve tornare è il turismo con alta capacità di spesa". Perché in termini di fatturato, e di Pil, i turisti non sono tutti uguali: si pesano, non si contano.