Covid, Bassetti: immunità di gregge entro tre mesi in Italia con la velocità di Omicron

E per il virologo genovese chi non è vaccinato oggi entro marzo sarà sicuramente contagiato. Gli hub vaccinali? Aperti per due anni. Tamponi solo ai sintomatici

L'infettivologo Matteo Bassetti

L'infettivologo Matteo Bassetti

L’Italia come Israele: l’immunità di gregge sarà raggiunta entro tre mesi. E’ la profezia di Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, intervenuto ad ‘Agorà’, su Rai Tre.  “C’è in questo momento una iper circolazione virale” di Sars-Cov-2 e “con la variante Omicron, che diventerà predominante nelle prossime due o tre settimane, quel 95% a cui ambiamo per avere l’immunità di gregge sarà raggiunto entro marzo- aprile”. 

“Dico questo - spiega Bassetti - perché chi non è vaccinato oggi nei prossimi tre mesi sarà sicuramente contagiato. Se sarà fortunato avrà i sintomi di un raffreddore o di un’influenza rinforzata. Se non sarà fortunato rischierà di andare in ospedale con una polmonite. In qualche caso rischierà di andare in terapia intensiva e in qualche altro caso andrà incontro a un decesso”. 

“A livello organizzativo - aggiunge poi - per il futuro non è possibile aprire e chiudere gli hub vaccinali. Gli hub vaccinali devono rimanere aperti almeno per i prossimi 2 anni. Perché qui è evidente che potrà succedere che dovremo vaccinarci una volta ogni sei mesi. Gli hub vaccinali devono rimanere aperti almeno per i prossimi 2 anni. Perché qui è evidente che potrà succedere che dovremo vaccinarci una volta ogni sei mesi”.

Quindi i tamponi, che in questa fase, per Bassetti vanno fatti “solo ai sintomatici. Andare a farli agli asintomatici o ai contatti di sintomatici è inutile. Oggi il tracciamento per Sars-Cov-2 è perso. Quando siamo di fronte a 150 mila casi al giorno quale tracciamento si può fare? Siamo in una fase di iper circolazione virale”. I tamponi, ha continuato, “andrebbero intanto richiesti dai medici. Non solo vanno richiesti ma anche interpretati e valutati dal medico che vede il paziente: se ha sintomi, se è immunodepresso o altro. Questo - che è diventato ormai un regalo di Natale o Capodanno - è uno strumento medico. Bisogna ricordarselo”.