Covid, Gimbe: crescita dei casi rallenta. "Picco si intravede, ma discesa è un'incognita"

Il monitoraggio della Fondazione nella settimana 6-12 luglio. Aumentano morti (+49%). Cartabellotta: "Dobbiamo aspettarci un ulteriore aumento di ricoveri ospedalieri e decessi"

Il grafico Gimbe sull'andamento dei casi giornalieri Covid in Italia

Il grafico Gimbe sull'andamento dei casi giornalieri Covid in Italia

Roma, 14 luglio 2022 - Il picco dei casi Covid di questa nuova ondata "è vicino", ma la successiva discesa della curva epidemica "potrebbe essere molto lenta" complice l'elevato numero di casi che non rientrano nelle statistiche ufficiali. Il monito rientra nel report settimanale della Fondazione Gimbe sull'andamento del Covid in Italia.

Il monitoraggio Gimbe prende in considerazione la settimana che va dal 6 al 12 luglio e fa emergere come la crescita percentuale de nuovi casi positivi nel nostro Paese sia in discesa. Nel periodo le positività rilevate sono state 728.549, contro le 595.349 della settimana precedente. Si è registrato dunque un nuovo aumento in tutte le regioni (ad eccezione della Lombardia) che a livello nazionale è pari a +22,4% in 7 giorni, dato inferiore rispetto al +55% segnato la scorsa settimana. Netto invece l'aumento dei morti: +49,1%, 692 in 7 giorni (rispetto ai 464 della scorsa settimana).

In un mese risultano più che raddoppiati i ricoveri ordinari e in terapia intensiva. E gli indicatori ospedalieri sono ancora in crescita: i ricoverati con sintomi sono 9.724 (contro il dato precedente di 8.003), in salita del 21,5%, e le terapie intensive 375 (erano 323), cresciute del 16,1%. In aumento del 24,2% anche i casi attualmente positivi (1.350.481, contro il dato precedente di 1.087.272) e le persone in isolamento domiciliare (1.340.382 contro 1.078.946).

I dati Regione per Regione

Tutte le regioni registrano un incremento percentuale dei nuovi casi: dal 5,1% del Lazio al 51,1% della Valle D'Aosta. Fa eccezione la Lombardia che segna un -6,2%. Rispetto alla settimana precedente, in 8 province si rileva una diminuzione dei nuovi casi (dal -21% di Lecco al -0,3% di Roma), mentre le rimanenti 99 province registrano un aumento percentuale dei nuovi casi, dal +0,1% di Firenze al +101,1% di Sondrio. L'incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti in tutte le province, di cui 62 registrano 1.000 casi per 100.000 abitanti (in cima a queste c'è Lecce con 1.703, e Napoli con 1.622).

Vaccini: 7,8 milioni senza terza dose

Restano più o meno ferme le percentuali di chi ha ricevuto almeno una dose di vaccino anti-Covid in Italia - al 13 luglio l'88,1% della platea - e quelle di chi ha completato il ciclo vaccinale (86,6%). Mentre risultano 6,84 milioni di over 5 non vaccinati, di cui 2,64 milioni temporaneamente protetti in quanto guariti da Covid da meno di 180 giorni. E 7,85 milioni di persone non hanno ancora ricevuto la terza dose, di cui 2,51 mln di guariti. Al 13 luglio, in base alla platea ufficiale aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell'83,6% con nette differenze regionali: dal 77,8% della Sicilia al 87,5% della Valle D'Aosta. Mentre per la fascia 5-11 anni il tasso di copertura vaccinale a livello nazionale è al 38,3% con nette differenze regionali.

Sui 'vaccini aggiornati' Gimbe ribadisce tre punti: quelli in via di approvazione sono 'tarati' su Omicron BA.1, "ovvero non sappiamo quanto proteggano dalle ultime varianti BA.4 e BA.5"; in secondo luogo, le prove di efficacia ad oggi disponibili sono relative alla risposta anticorpale e non alla riduzione del rischio di infezione e, soprattutto, di malattia grave; infine, non vi è alcuna certezza sulla data di approvazione e reale disponibilità.

Le parole di Cartabellotta

"Se da un lato nell'ultima settimana il rallentamento nella crescita dei nuovi casi lascia intravedere il raggiungimento del picco, dall'altro è bene essere consapevoli che la durata del plateau e la successiva discesa della curva potrebbero essere molto lenti, anche in ragione del numero di casi non noti alle statistiche ufficiali", sottolinea Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe.

Attenzione quindi al percorso delle prossime settimane: "Dobbiamo aspettarci un ulteriore aumento di ricoveri ospedalieri e decessi - sottolinea Cartabellotta -. Questo rende del tutto inaccettabile in un'ottica di sanità pubblica l'idea di far circolare liberamente il virus. Rimane fondamentale arginare la circolazione del virus, utilizzando le mascherine al chiuso, in particolare in luoghi affollati e poco ventilati, oltre che all'aperto in condizioni di grandi assembramenti con attività ad elevata probabilità di contagio".

"Nonostante il rischio molto elevato di malattia grave e di mortalità, anche in condizioni di minor circolazione virale, è completamente mancata una strategia di sensibilizzazione e comunicazione - osserva Cartabellotta : anzi, a causa delle aspettative sui vaccini 'aggiornati' le persone sono state dissuase, anche dai medici, dall'effettuare la quarta dose subito".