Covid Gb: verso 90 milioni di vaccini. Calano ancora i casi, meno morti dell'Italia

Nel Regno Unito il 77% della popolazione ha ultimato ciclo vaccinale. Dopo l'impennata di contagi per variante Delta nuovi positivi e decessi in flessione (nonostante la revoca delle restrizioni). E si pensa già a richiamo

Cartelli per il distanziamento a Londra (Ansa)

Cartelli per il distanziamento a Londra (Ansa)

Londra - Prosegue a tappeto la campagna vaccinale nel Regno Unito, che si è trovato a fronteggiare l'impennata di casi dovuta alla circolazione della variante Delta (ormai diventata dominante). La Gran Bretagna è vicina al traguardo di 90 milioni di vaccini anti Covid somministrati (oltre 89,5 milioni al conteggio di ieri sera), col 77% circa dell'intera popolazione over 16 vaccinata con due dosi e quasi il 90% con una. A certificarlo certificano i dati ufficiali di giornata, che indicano inoltre un ulteriore calo dei nuovi casi a poco meno di 32.000, nonostante il mese abbondante trascorso dalla revoca di tutte le principali restrizioni da parte del governo di Boris Johnson, e una riduzione pure dei morti censiti nelle 24 ore fino a quota 40: per la prima volta meno dell'Italia dall'esplosione della variante Delta nei mesi scorsi.

Ma la lotta al virus è ben lontana dal terminare. Per questo il governo britannico ha annunciato oggi di essersi assicurato la fornitura di altre 35 milioni di dosi di vaccino anti Covid prodotto dall'americana Pfizer per la seconda metà del 2022, in vista di possibili nuovi richiami. "Mentre continuiamo a costruire il nostro muro di difesa immunitaria contro il Covid 19 - ha detto il ministro della Sanità, Sajid Javid - è vitale fare tutto il possibile per tutelare il Paese anche nel futuro, sia dal tipo di virus che già conosciamo sia da nuove ulteriori varianti". "Sono lieto dell'accordo raggiunto con Pfizer, che ci permette di restare in pole position col nostro solido programma di vaccinazioni e di preparare piani a prova di futuro per mantenere la nazione sicura negli anni a venire", ha aggiunto.

Gli studi britannici più ampi e recenti pubblicati sembrano confermare l'efficacia complessiva dei vaccini usati finora - in primis AstraZeneca e Pfizer - per ridurre il rischio d'infezione, decimare quello di contagi gravi e ricoveri in ospedale e quasi azzerare quello di morte. Anche se non risultano ridurre sostanzialmente la carica virale, ossia la possibilità di contagiare altri nel caso in seguito si venga comunque infettati, con o senza sintomi. Al momento il governo Johnson ha messo in cantiere, ma non ancora ufficializzato, un terzo richiamo dal mese prossimo riservato alle persone più vulnerabili e agli over 50.

Anche se diversi specialisti del Regno frenano - al pari dell'Oms - sulla prospettiva di una terza dose o di un'estensione della campagna a bambini e ragazzi sotto i 16 anni: sia per privilegiare le forniture ai Paesi poveri che in larga parte non sono vaccinati affatto e contrastare la pandemia su scala globale; sia per il dubbio sulla possibilità che un eventuale contagio lieve possa garantire ora una protezione immunitaria ancor maggiore di un terzo vaccino a categorie considerate in genere esposte solo marginalmente a infezioni asintomatiche o poco sintomatiche come i giovanissimi e gli adulti sani già vaccinati.