Milano – La Lombardia si gode la conferma (europea) in zona verde e continua a veleggiare in zona bianca a livello nazionale. Per l’Ecdc (il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, sulla diffusione del contagio del Covid) la regione resta infatti nella fascia di criticità più bassa insieme a Valle d'Aosta, Piemonte e Molise e alle neo promosse Sardegna, Abruzzo e Liguria. Il verdetto conferma il miglioramento del quadro epidemiologico nel Paese e nella regione più duramente colpita nei primi mesi di pandemia. Nella classificazione europea il resto della Penisola è infatti in fascia arancione, con una sola regione in rosso (la Calabria).
Il ruolo della campagna vaccinale
L’Ecdc ha sottolineato che da qui a novembre c'è un alto rischio di aumento di contagi e morti per i Paesi europei che non hanno ancora raggiunto una copertura vaccinale Covid-19 sufficientemente elevata nella loro popolazione totale. La circolazione del virus, è l'analisi del Centro Europeo, è molto elevata. Finora soltanto il 61% della popolazione totale in Europa (Ue e Spazio economico europeo) è stato completamente vaccinato e solo tre Paesi (Malta, Portogallo e Islanda) hanno vaccinato più del 75% della loro popolazione totale.
La fase chiave dell'autunno-inverno
La “partita” dell’autunno-inverno resta determinante per fermare la circolazione del Covid-19. Proprio l’anno scorso tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre si era registrata una violenta impennata di contagi che aveva portato al coprifuoco prima (in Lombardia qualche giorno in anticipo rispetto al resto del Paese) e alla zona rossa poi, a partire da metà novembre. Oggi la curva dei contagi presenta numeri e andamenti decisamente diversi. Stando ai dati del bollettino odierno in Lombardia nelle ultime 24 ore sono stati 401 i nuovi casi di coronavirus registrati, su 58.426 tamponi effettuati, di cui è risultato positivo lo 0,6%. Il tasso di positività è quindi in calo rispetto a ieri quando si attestava allo 0.7% e i casi erano 438 (su 54.880 tamponi). In flessione di 4 i ricoverati nei reparti ospedalieri (totale 380) e di uno nelle terapie intensive (totale 57). Nelle ultime 24 ore i decessi sono stati 4 (ieri 5) per un totale di 34.041 da inizio pandemia.
Cosa succedeva un anno fa
Un anno fa la situazione era simile, se non come tendenza, almeno per quanto concerne i numeri. Il 30 settembre 2020 su 18.804 tamponi processati erano stati accertati 201 casi, con un tasso di positività all’1%. In terapia intensiva si trovavano 34 persone, con l’aumento di una unità in un giorno. 306 i ricoverati negli altri reparti (-9 in un giorno). Sempre quattro i decessi giornalieri. Una situazione di “calma apparente” perché poche settimane dopo la situazione si presentava decisamente più grave e critica, portando la regione e il resto del Paese verso un nuovo (inevitabile) lockdown. Il 31 ottobre 2020, infatti, i nuovi contagi giornalieri erano schizzati quasi a quota 9mila (8.919 per la precisione) a fronte di 46.781 tamponi per un rapporto casi tamponi all’impressionante soglia del 19%. E cosa dire dei ricoveri? In un mese le terapie intensive si erano nuovamente riempite, toccando quota 392 pazienti (+22 in un solo giorno), mentre i ricoverati negli altri reparti erano 4.033 (+335 in un solo giorno). Drammatico anche il numero dei decessi: 73 in un solo giorno. A preoccupare in particolare l’esplosione dei contagi nel capoluogo meneghinp: 1.553 i nuovi positivi solo nel Comune di Milano.
Lombardia verso 15 milioni di vaccinazioni
Oggi le speranze, gli obiettivi e le prospettive sono molto diversi. La Lombardia è ai primi posti in classifica per quanto concerne la campagna vaccinale anti-Covid. “Otto milioni i lombardi che hanno detto sì alla vaccinazione, ovvero l'80% di tutta la popolazione. Domani si superano 15 milioni di dosi somministrate. Mancano 70mila nuove adesioni per raggiungere la vetta del 90% della popolazione vaccinabile” ha sottolineato oggi la vice presidente della Regione e assessora al Welfare Letizia Moratti in un tweet. L’obiettivo – come sottolineato dalla stessa Moratti – è chiaro: vivere “un autunno più sereno”.
"La pandemia è un sasso nello stagno che non scompare improvvisamente"
Il monito
Proprio per questo è vietato abbassare la guardia. Non esiste un manuale di gestione delle pandemie ma le parole del virologo Fabrizio Pregliasco in vista dei prossimi mesi sono chiare sono chiare: "la pandemia è un sasso nello stagno che non scompare improvvisamente ma gradualmente scema, e a fronte di questo dobbiamo essere ancora molto prudenti perché il lavoro in presenza si somma alle scuole aperte, alla ripresa di tutte le attività; in sostanza ad un potenziale colpo di coda dell'epidemia".