Covid, visite a casa in tilt. La protesta dei medici

C’è un solo turno di metà giornata per tutti i comuni dell’area fiorentina. Difficile orientarsi anche per le vaccinazioni domiciliari agli anziani

Continua a salire il numero dei contagi per la variante Omicron 5

Continua a salire il numero dei contagi per la variante Omicron 5

Firenze, 12 luglio 2022 - Restano le difficoltà per i malati di Covid che hanno bisogno di essere visitati a domicilio. L’attività delle Unità di continuità assistenziale (Uca) fatica infatti ad andare avanti, mentre proseguono le trattative su compensi, incompatibilità, orari e mentre si attende che venga definito il bando che ne selezionerà i componenti definitivi (quelli attuali sono provvisori). Un problema che riguarda varie zone della Toscana ma che è particolarmente forte nel territorio della Ausl Toscana Centro, dove il numero di assistiti è molto alto. "Sono anziano, devo fare la quarta dose e non posso muovermi – ci ha scritto un cittadino -. In passato mi era stato somministrato il vaccino a domicilio, ma ora mi hanno detto che il gruppo che lo eseguiva è stato smantellato. Faccio notare che l’operatrice Asl mi ha detto di parlare con la Regione cosa che ho fatto immediatamente e mi è stato risposto che, al contrario, tutto funziona perfettamente. In pratica non sono riuscito a sapere cosa fare per essere vaccinato e da chi".

In questa fase le vaccinazioni domiciliari sono passate ai medici di famiglia o (nel caso di pazienti fragili) ai reparti ospedalieri che li seguono. Ma per molti pazienti, soprattutto anziani, è difficile orientarsi. A rendere il tutto più difficile, il numero limitato di Uca. Nell’area fiorentina Nord Ovest, per esempio, ovvero a Scandicci, Lastra a Signa, Signa, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Fiesole, Calenzano e Vaglia, al posto delle tre vecchie sedi Usca è rimasta una sola sede operativa Uca (a Lastra) più una d’appoggio a Fiesole. Non solo : se in passato, nelle tre sedi, si alternavano più squadre (fino a otto), al momento è operativo un unico team composto da due medici per turno. E dato che la disponibilità di infermieri è prevista (per ora) solo per specifiche necessità, i dottori lavorano in coppie, il che porta a fare un solo turno al giorno, mattina o pomeriggio. Difficile coprire tutto il territorio. Per questo il malcontento aumenta, sia fra i pazienti che nel personale. Resta da vedere se nei prossimi giorni la trattativa in corso fra la Regione e la Fimmg riuscirà a definire condizioni migliorative. Alle polemiche si unisce la Fials (Federazione italiana autonomie locali sanità). "La "dismissione" delle Usca – dichiara intanto il segretario regionale, Massimo Ferrucci - ha depotenziato le attività territoriali e ridotto la capacità di risposta contro il virus determinando un rinnovato accentramento dell’utenza nei presidi ospedalieri. Per garantire le prestazioni, gli operatori sanitari devono essere protetti, eliminando le bolle Covid e ripristinando i reparti".