Entro martedì l’incontro con le Regioni e probabilmente mercoledì o al massimo giovedì (giovedì e venerdì sarà a Roma Macron, complicando le agende dei vertici istituzionali) la cabina di regia e il Cdm che varerà la stretta. Ma sarà una stretta graduale, che si allungherà dalla prossima settimana a inizio dicembre, a seconda delle condizioni epidemiologiche del Paese, perché Draghi, osservano a palazzo Chigi, vuole fare quel che è necessario, ma nulla di più, per evitare di rallentare la ripresa ed esasperare le divisioni del Paese.
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Una cosa è certa. Come già successo per la prima vaccinazione, nel prossima Cdm verrà introdotto l’obbligo di richiamo, dice una fonte ministeriale, "per le professioni sanitarie, comprese le Rsa, le farmacie, parafarmacie e gli studi professionali". Allo studio l’obbligo del vaccino per altre categorie, prime tra tutte quelle a contatto con il pubblico. Tra le misure che potrebbero essere attuate ha detto il coordinatore del Cts, Franco Locatelli, "vanno considerate forme di obbligo vaccinale per alcune categorie professionali, in particolare chi assiste o e a contatto con il pubblico, ad esempio forze dell’ordine, dipendenti della pubblica amministrazione e insegnanti".
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Green pass 'corto'
La durata del Green pass verrà accorciata da 12 a 9 mesi: scartata la riduzione a sei mesi, che pure chiesta da alcuni virologi e non pochi Governatori. Nove mesi viene considerato il gusto compromesso. Nella stessa direzione arriverà la prossima settimana da Bruxelles un provvedimento che limita la validità del green pass europeo – che serve per il transito tra stati – ai soli vaccinati o guariti. Il che verrà incontro anche alla richiesta del presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, che chiede più controlli alle frontiere.
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Terza dose dopo 5 mesi
È una ipotesi possibile la riduzione da 6 a 5 mesi dell’intervallo tra la fine del ciclo vaccinale completo e la dose di richiamo. Per superare l’indicazione dell’Aifa che parla di 6 mesi, si attende un parere in tal senso del Cts, il cui coordinatore del Franco Locatelli l’ha confermata come ipotesi a SkyTg24.
Tamponi
Palazzo Chigi sta valutando una stretta per i tamponi. Scartata l’ipotesi di rilasciare il Green pass solo ai guariti, sarà probabilmente limitata la validità di quelli antigenici, che passerà dalle 24 alle 48 ore. Possibile anche una riduzione della durata dei tamponi molecolari da 72 a 48 ore. Questo porrà ulteriore limitazioni e ulteriore pressione sui no vax. Ipotesi ancora più restrittiva all’esame di palazzo Chigi quella del “Green pass rafforzato“ che di fatto eliminerebbe il tampone come metodo per ottenere il Green pass per l’accesso ai locali pubblici, consentendolo solo per l’accesso al posto di lavoro. Ma Draghi è molto cauto su questo punto.
Penalizzazione 'no vax'
La misura resta in stand by. Potrebbe arrivare in consiglio dei ministri a inizio dicembre, solo se l’andamento dell’epidemia dovesse portarci ben oltre i 15 mila casi al giorno e scattassero zone gialle e arancioni. Allora potrebbe scattare una penalizzazione per non vaccinati che verrebbero esclusi da bar, ristoranti, cinema, palestre, stadi e teatri e potrebbero accedere solo ai servizi essenziali, come i negozi di generi alimentari, supermercati e farmacie.
Obbligo vaccinale
Secondo palazzo Chigi “Austria non docet“. Per il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, "l’obbligo è l’unica cosa che ci può mettere al sicuro" in questa direzione vanno sia Forza Italia e Iv che una parte del Pd. Ma Draghi non ci sente, così M5s e anche Speranza è molto cauto.