Choc energia, imprese disperate. "Rischiamo il crollo produttivo"

Bigazzi (Confindustria Toscana): "Accantonare il Pnrr, ‘cassa’ in deroga per evitare grandi licenziamenti"

Anche l’edilizia risente pesantemente del boom dei prezzi di energia e materie prime

Anche l’edilizia risente pesantemente del boom dei prezzi di energia e materie prime

Firenze, 17 marzo 2022 - E’ allarme rosso per le imprese manifatturiere toscane. Se le commesse e gli ordini ci sono, le materie prime non si trovano o si trovano solo a prezzi fuori mercato. Così si ferma la produzione e il rischio, a meno che non si intervenga con misure straordinarie a partire dalla cassa integrazione in deroga, è quello dei licenziamenti. Anzi "grandi licenziamenti", come li ha definiti il presidente di Confindustria Toscana, Maurizio Bigazzi, che ieri ha lanciato l’allarme insieme al presidente regionale di Ance, l’associazione dei costruttori edili, Stefano Frangerini. "Se in Toscana andiamo avanti così – hanno detto – il Pil 2022 sarà negativo".

"Siamo davvero alla disperazione – ha sottolineato il presidente Bigazzi – ed è il momento di interventi eccezionali perché se si chiude il manifatturiero crolla il nostro sistema Paese. Abbiamo superato bene la pandemia, ma adesso rischiamo di non sopravvivere. Ci auguriamo di superare anche questa, ma – ha ribadito il numero uno di Confindustria Toscana – abbiamo bisogno di interventi straordinari".

L’appello perché si intervenga al più presto è rivolto alla Regione e ai parlamentari toscani, perché facciano pressioni sul Governo. Solo in Toscana l’aumento dell’energia incide per 3,5 miliardi di euro su tutti i comparti, rilanciano gli industriali, che ritengono indispensabile il rigassificatore di Piombino e chiedono di prestare attenzione alla geotermia, una risorsa del nostro territorio che potrebbe fornire il 50% dell’energia a imprese e cittadini, ma che invece è fermata dalla burocrazia.

In questa "tempesta perfetta" diventa inutile anche il Pnrr, che, dice Bigazzi, "probabilmente bisognerà accantonare", almeno per come è fatto attualmente. Se infatti ci sono i fondi per le opere, non ci sono imprese disponibili ad aprire i cantieri. "I prezzi previsti in gare e appalti – aggiunge Stefano Frangerini, presidente di Anci Toscana – non sono adeguati, visti i rincari di energia e materie prime. Il bitume, solo per fare un esempio, in tre giorni è aumentato del 600%". A Lucca tre gare – una per un ponte sul Serchio e altre due per la costruzione di scuole in legno e acciaio – per questi motivi sono andate deserte.

A Confindustria replica il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani: "Sono d’accordo su un’eventuale nuova cassa integrazione in deroga per l’emergenza – ha detto –. E’ una richiesta che abbiamo concepito nei confronti che abbiamo avuto con le categorie economiche toscane. Sono poi convinto che il Governo debba rivedere il sistema delle accise, visto l’abnorme aumento dei carburanti. Serve un calmieramento dei prezzi". Ma la soluzione all’attuale ‘scombussolamento’ economico, ammonisce il governatore toscano, non può passare dall’abbandono del Piano nazionale di ripresa e resilienza che è "un volano di ripresa e sviluppo" e, dunque, prima di rivederlo o accantonarlo, "probabilmente occorre un po’ di meditazione".